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MATTEO BUZZIPer una scuola di qualità

23.03.23 - 00:06
Matteo Buzzi, deputato uscente, candidato n.19 della lista 14 Verdi del Ticino al Gran Consiglio
Matteo Buzzi
Per una scuola di qualità
Matteo Buzzi, deputato uscente, candidato n.19 della lista 14 Verdi del Ticino al Gran Consiglio

Saremo in grado di determinare il nostro futuro solo e soltanto se sapremo investire, oggi, senza paure di carattere economico, in questo avvenire. Uno degli investimenti più importanti per garantirci un futuro di prosperità è quello nella scuola e nella formazione. Più la qualità formativa sarà elevata per tutte e tutti, alla portata di ognuno e ognuna, e maggiormente avremo in Ticino persone preparate, consapevoli e creative per affrontare i problemi economici, ambientali e sociali del nostro tempo ma anche di quelli che arriveranno. La qualità della scuola ticinese, a parte qualche isolata situazione o qualche docente poco motivato, è generalmente buona ma penso che si possa fare di più per aumentarla ancora.

Sostengo quindi il potenziamento della formazione di qualità che valorizzi maggiormente le differenti capacità e caratteristiche della persona, promuovendo uno spirito collaborativo fondato sulla coesione di gruppo, sull’intraprendenza e la creatività. La formazione scolastica obbligatoria deve rimanere una formazione di base che offre gli strumenti per meglio orientarsi in una realtà molto complessa e in rapido cambiamento come la nostra, accompagnando al meglio e in modo inclusivo allieve e allievi e le loro famiglie nelle scelte professionali e di studio.

Tra questi strumenti sarà fondamentale un' educazione ambientale o all'ecologia che permetta di riavvicinarci alla natura per conoscere sin dalla tenera età i suoi ritmi, i suoi limiti planetari e la nostra responsabilità verso le future generazioni. Questo permetterà di acquisire quella necessaria consapevolezza sulla cura nella nostra unica casa comune. La scuola nel bosco e l'orto scolastico devono essere alcuni degli elementi didattici centrali di apprendimento dalla scuola dell'infanzia alla scuola elementare e se necessario anche oltre. Anche l'educazione sessuale e all'affettività specifica per ogni età va potenziata in tutti i livelli scolastici anche per dare quegli strumenti fondamentali per prevenire gli abusi. La scuola deve essere anche un luogo d'integrazione di concetti di diversità, equità e lotta alle discriminazioni. Inoltre sarà fondamentale offrire per tempo gli strumenti per poter far entrare allievi e allieve nel modo tecnologico e digitale in continua e rapida evoluzione.

La transizione tra la scuola dell'infanzia e la scuola elementare e tra quest'ultima e la scuola media dovrebbero essere più dolci. Per questo ritengo che debbano essere previste delle forme di transizione più adatte ai bisogni di bambini e bambine di ragazzi e ragazze.

L'abolizione dei livelli nella scuola media e l'introduzione di forme d’insegnamento differenziato è fondamentale per modulare l'insegnamento alle diverse capacità e ai diversi interessi delle persone in formazione. L'apprendimento delle lingue è molto importante. Il suo potenziamento va però costruito assieme al mondo della scuola senza sovraccaricare allievi e allieve, non come fatto recentemente con una prova di forza da parte di PLR, LEGA e UDC.

Per il post obbligatorio il sistema duale ha mostrato i suoi vantaggi ma deve permettere di sviluppare competenze applicate ai bisogni di trasformazione e produzione orientati alla sostenibilità. Queste competenze vanno integrate in una dialettica trasversale tra teoria e pratica. Sarà importante assegnare particolare attenzione anche alla formazione continua e alla riqualifica professionale in modo da favorire l’aggiornamento delle competenze ai bisogni emergenti e necessari alla transizione digitale ed ecologica.

Infine particolare rilevanza dovrebbe essere data anche alla formazione culturale in tutte le sue forme artistiche. A tale scopo è importante il libero accesso alla fruizione della cultura, come pure il sostegno alla produzione culturale dal basso e non solo ai grandi eventi. La formazione e la produzione culturale devono essere processi di sviluppo dove le persone collaborano anche a creare una cultura dei diritti, della lotta alle discriminazioni e di valorizzazione delle diversità.

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