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CAMERE FEDERALIBoom dei tassi ipotecari: «Va fatta chiarezza»

12.12.23 - 11:52
Promossa anche al Nazionale la mozione di Stefan Engler. Ora toccherà al Consiglio federale elaborare una proposta concreta.
Depositphotos (alexraths)
Fonte ats
Boom dei tassi ipotecari: «Va fatta chiarezza»
Promossa anche al Nazionale la mozione di Stefan Engler. Ora toccherà al Consiglio federale elaborare una proposta concreta.

BERNA - A fronte degli aumenti del tasso d'interesse ipotecario di riferimento, il reddito netto ammissibile per gli immobili residenziali e commerciali deve essere chiarito. È quanto chiede una mozione del "senatore" Stefan Engler (Centro/GR) che il Consiglio nazionale ha adottato oggi con 130 voti contro 61 e 3 astenuti. Gli Stati avevano fatto altrettanto in settembre.

Il Governo è incaricato di elaborare una proposta che stabilisca un rendimento netto ammissibile che tenga conto del tasso ipotecario di riferimento. È nell'interesse di locatari e proprietari chiarire la questione del rendimento netto se il tasso di riferimento aumenta oltre il 2%, ha dichiarato Philipp Matthias Bregy (Centro/VS).

La sinistra ha tentato invano di opporsi alla mozione ritenendola parziale. «Si concentra sugli interessi economici dei proprietari», ha rilevato Christian Dandrès (PS/GE). Sono già state adottate diverse proposte di legge per rendere più flessibile il diritto di locazione, ha aggiunto il socialista ginevrino. Ma alla fine la maggioranza borghese ha avuto la meglio.

Chiarimento necessario - A detta dell'autore della mozione, tale chiarimento è nell'interesse di locatari e locatori. Attualmente, stando al Codice delle obbligazioni, una pigione è abusiva qualora venga utilizzata per ottenere un reddito sproporzionato rispetto all'oggetto affittato o sia fondata su un prezzo d'acquisto manifestamente eccessivo. Gli affitti non sono generalmente abusivi se rientrano nella gamma delle pigioni usuali nella località o nel distretto o se sono giustificate da aumenti dei costi (ad esempio aumento degli interessi ipotecari) o da servizi aggiuntivi forniti dal locatore.

Purtroppo, spiega il "senatore" grigionese nel suo testo, sia nella legge sia nella relativa ordinanza non viene specificata la modalità di determinazione del reddito del capitale investito (reddito netto) o i casi in cui questo è considerato sproporzionato ai sensi del Codice delle obbligazioni.

Stando al Tribunale federale (TF), prosegue il consigliere agli Stati del Centro, il reddito netto si basa sull'attuale tasso d'interesse di riferimento per i mutui ipotecari, ossia il tasso d'interesse medio ponderato per il volume dei crediti ipotecari nazionali. Dal 1986 si applica il principio secondo cui un reddito è ammissibile se supera dello 0,5% il tasso di interesse di riferimento.

Secondo una sentenza del 2020, il TF ha modificato in due punti la prassi per il calcolo del reddito netto: il capitale proprio investito va ora adeguato al 100% all'inflazione e il reddito può superare del 2% il tasso di interesse di riferimento se questo tasso è pari o inferiore al 2%.

Consiglio federale favorevole - Anche il Consiglio federale ha sostenuto la mozione. All'epoca, ha sottolineato il ministro dell'Economia Guy Parmelin, un aumento del tasso d'interesse di riferimento a oltre il 2% era ancora ben lungi dall'essere una realtà. Lo scorso primo dicembre è appena passato all'1,75%. Questa evoluzione solleva una serie di interrogativi a medio termine, secondo il consigliere federale Parmelin.

Se il tasso d'interesse di riferimento dovesse superare il 2% bisognerà chiedersi se ridurre nuovamente allo 0,5% la maggiorazione del tasso d'interesse di riferimento consentita per il calcolo del reddito netto ai sensi del Codice delle obbligazioni. Ciò avrebbe l'effetto di abbassare il reddito netto consentito dal 4 al 2,75%, nell'eventualità in cui il tasso di interesse di riferimento dovesse passare dal 2 al 2,25%, ha precisato Parmelin.

A suo avviso, si può ipotizzare che, per evitare squilibri, il TF ridurrà gradualmente la maggiorazione ammessa per il calcolo del reddito netto. Per questo, nell'interesse del diritto, sarebbe necessario un chiarimento politico che tenga adeguatamente conto delle conseguenze economiche, ha aggiunto Parmelin, secondo il quale anche il rendimento netto ammissibile può essere un criterio importante per un inquilino che voglia contestare un aumento.

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