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CANTONE«Mi hanno pestato in tre e sono finito in ospedale»

06.07.23 - 06:30
Il drammatico caso di Zugo non sorprende i taxisti ticinesi: «Ne vediamo di cotte e di crude».
Tipress (archivio)
«Mi hanno pestato in tre e sono finito in ospedale»
Il drammatico caso di Zugo non sorprende i taxisti ticinesi: «Ne vediamo di cotte e di crude».

LUGANO - «La verità? Episodi di questo genere succedono anche qua in Ticino». È quanto afferma, riferendosi al tassista di Zugo che sabato notte è stato pestato da un cliente e ridotto in fin di vita, un taxista di Lugano.

«Undici punti in testa» - «A marzo 2020 sono stato picchiato da tre ragazzi ubriachi e sono finito in ospedale», racconta a Tio/20minuti. «Tutto è iniziato perché uno di loro ha tirato una gomitata allo specchietto del mio veicolo. Io ho chiesto di fare attenzione e i tre hanno reagito prendendomi a pugni. Uno dei ragazzi ha addirittura preso una barriera stradale da un vicino cantiere e l'ha utilizzata per colpirmi. Mi hanno dovuto mettere undici punti in testa».

E il suo non è un caso isolato. «Ne ho viste di cotte e di crude», riferisce un collega che vanta 14 anni di esperienza. «Mi hanno messo le mani addosso, sono stato insultato, e capita che la gente scappi senza pagare». E, come successo a Zugo, il prezzo della corsa è spesso all’origine dei diverbi: «Mi sono sentito dire “tu rubi”, “tu inventi le tariffe”. Per questo ora, quando la tratta va oltre i 40 franchi, incasso prima».

Nella notte - Ma anche tra i tassisti stessi non sempre corre buon sangue. «Ho fatto a botte con diversi colleghi, sempre per questioni relative al lavoro e al rubare clientela. È un brutto ambiente». Tanto brutto che qualcuno arriva a rinunciare alle corse notturne: «Ora lavoro più che altro di giorno, perché da mezzanotte in poi i potenziali clienti sono ubriachi e maleducati», ci svela infatti un altro professionista. «So che è una perdita di guadagno, perché è al venerdì e al sabato notte che si fanno i maggiori incassi, ma per me non ne vale la pena».

«Non sai mai chi sale in macchina» - «È un lavoro pericoloso perché non sai mai chi ti sale in macchina», conviene un altro conducente, definendo la sua categoria «poco tutelata»: «Non siamo autorizzati nemmeno a tenere lo spray al peperoncino in auto». Chi subisce aggressioni, furti e minacce, però, spesso non si rivolge alle autorità: «Tante volte si lascia perdere perché andare in polizia a sporgere denuncia contro ignoti non porta a niente e significa perdere tempo. E per un tassista perdere tempo è sinonimo di perdere soldi».

Stessa musica anche a Bellinzona. «Le liti sono all’ordine del giorno perché in giro è pieno di scapestrati», ci dice un tassista attivo nella capitale. «Purtroppo quando si carica gente fuori dalle discoteche ci sono sempre storie, perché il passeggero in molti casi è ubriaco o sotto l’influsso di droghe».

Se il cliente non vuole pagare - Chi può, dunque, cambia target. «Dopo 10 anni di servizio taxi "classico" mi sono stufato e ora mi occupo solo di clientela di lusso», spiega il titolare di Limousine&Taxi Sprint di Bellinzona. «Questo perché non di rado quando si lavora con la clientela standard insorgono problemi: non ti vogliono pagare, ti dicono che non hanno soldi o si lamentano del prezzo. Uno alla fine non può lavorare così: io non entro in un ristorante, ordino, mangio e alla fine dico “costa troppo questo piatto”».

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