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CANTONEIn piazza con l'ErreDiPi

29.04.24 - 13:53
La Rete per la difesa delle pensioni dà appuntamento per il 22 maggio a Bellinzona.
Archivio Ti Press
Fonte ErreDiPi
In piazza con l'ErreDiPi
La Rete per la difesa delle pensioni dà appuntamento per il 22 maggio a Bellinzona.

BELLINZONA - ErreDiPi – Rete per la Difesa delle Pensioni – invita ancora una volta i dipendenti pubblici e parapubblici a scendere in piazza. L'appuntamento è per il prossimo 22 maggio alla stazione FFS di Bellinzona, per le 17.15, punto da cui partirà il corteo. Il motivo? Farsi sentire in vista del referendum del 9 giugno, per cui viene richiesto di votare a favore delle misure di compensazione (IPCT).

Il tutto è iniziato lo scorso 17 ottobre, quando «un’ampia maggioranza del Parlamento cantonale aveva approvato misure di compensazione per le pensioni dei dipendenti pubblici e parapubblici dell’IPCT; misure ora soggette a referendum obbligatorio il 9 giugno. Ricordiamo che nel 2012, le rendite IPCT sono state ridotte del 20%. Ora, con il pretesto dell’aumento della speranza di vita, il Consiglio d’Amministrazione dell’IPCT ha ulteriormente ridotto il tasso di conversione dal 6,17% al 5%, tagliando ancora del 20% le nostre rendite (...) Peccato però - continua ErreDiPi nel comunicato stampa - dimentichino di dire che dal 2012 la cassa trattiene una bella parte dei contributi degli assicurati per diminuire il suo scoperto. E, sempre per lo stesso motivo, dal 2007 sui capitali degli assicurati vengono riconosciuti interessi al minimo legale, e sempre molto inferiori ai ricavi della cassa».

ErreDiPi chiede insomma misure di compensazione per neutralizzare questo ulteriore taglio. «Questa rivendicazione è stata, almeno in parte, condivisa da un ampio spettro di forze politiche che ha approvato un aumento dei contributi sia del datore di lavoro che dei dipendenti. Un’ulteriore misura d’accompagnamento è stata promessa dalla stessa IPCT. Un tesoretto di oltre 300 milioni accantonato negli scorsi anni. Tesoretto, è bene ricordarlo, costituito grazie al taglio delle rendite vedovili e da una minore remunerazione degli interessi dei nostri capitali individuali. Si tratta quindi ancora di soldi nostri».

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