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CANTONEI ticinesi che bevono acqua d'emergenza

06.07.22 - 06:30
Impennata di richieste per utilizzare fonti agricole o montane, dalla Valle di Blenio al Vedeggio. Colpa della siccità
tipress
I ticinesi che bevono acqua d'emergenza
Impennata di richieste per utilizzare fonti agricole o montane, dalla Valle di Blenio al Vedeggio. Colpa della siccità
Il Cantone: «Misure eccezionali. Ticino avamposto nell'ottimizzazione delle risorse idriche».

LUGANO - L'acqua dei campi non ha un sapore diverso. Non si accorgeranno nemmeno della differenza i ticinesi (centinaia) che quest'estate si abbevereranno a pozzi agricoli e sorgenti montane, senza uscire di casa. Molti lo stanno già facendo. Il Cantone ha concesso una decina di permessi: un numero mai visto prima.

«Eravamo abituati a ricevere una richiesta di questo tipo ogni due o tre anni» spiega Mauro Veronesi del Dipartimento del territorio. È al suo ufficio (Protezione delle acque e approvvigionamento idrico) che i Comuni in carenza idrica si rivolgono per attingere alle fonti “d'emergenza”. «Si tratta prevalentemente di fonti utilizzate a scopo agricolo, in tempi normali. Il fatto che vi si ricorra così tanto, rende l'idea della situazione in cui ci troviamo». 

A Intragna era già successo nella caldissima estate del 2003. «Abbiamo dovuto far ricorso a una sorgente in disuso collegandoci con una tubatura temporanea» ricorda il sindaco di Centovalli Michele Turri. Il mese scorso ha dovuto prendere la stessa decisione, in via precauzionale. «Ora la situazione è migliorata ma abbiamo visto che le nostre riserve normali si esauriscono molto in fretta. Non vogliamo correre rischi». 

A proposito di rischi, l'acqua d'emergenza non è sottoposta a controlli regolari e per questo serve un'autorizzazione speciale.  A Intragna il problema è l'arsenico. «La sorgente di riserva presenta livelli sopra i limiti di legge e per questo dobbiamo mescolarla all'acqua potabile» spiega Turri. «A tutti gli effetti l'utenza non se ne accorge nemmeno». 

I vincoli sono legati soprattutto alle possibilità di inquinamento. «Le fonti in prossimità di strade o industrie vengono escluse a prescindere. Per quelle di campagna o montagna vengono fatte valutazioni in accordo con il Laboratorio cantonale» spiega Veronesi. Forse per questo i permessi finora - di due mesi rinnovabili - sono stati concessi soprattutto in zone periferiche: Valle Maggia, Val di Blenio, Valle del Vedeggio e Centovalli. La rete integrata a livello regionale «permette comunque di ottimizzare le risorse ed evitare sprechi» ricorda Veronesi. Il Ticino «a livello federale è tra i cantoni che hanno lavorato meglio negli ultimi decenni da questo punto di vista». Anche dalle siccità si può sempre imparare qualcosa.  

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