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SVIZZERAC'è chi chiede una tassa sul CO2 per volare

17.01.23 - 11:55
Il CEO dell'agenzia viaggi Globetrotter ritiene che la crescita del turismo può essere sostenibile solo se si diminuiranno le emissioni.
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Fonte ats
C'è chi chiede una tassa sul CO2 per volare
Il CEO dell'agenzia viaggi Globetrotter ritiene che la crescita del turismo può essere sostenibile solo se si diminuiranno le emissioni.

BERNA - Una tassa sul CO2 per i biglietti aerei è ormai necessaria: ad affermarlo è André Lüthi, presidente della direzione di Globetrotter, una delle più grandi agenzie di viaggio in Svizzera.

Alla luce degli sviluppi in atto nel turismo - a titolo d'esempio la Thailandia punta a 80 milioni di turisti nel 2027, un numero doppio rispetto al 2019 pre-pandemico - il manager auspica un ripensamento. «In effetti alcuni attori non hanno tratto alcuna lezione dalla crisi del coronavirus», si rammarica in un'intervista pubblicata oggi dal Blick.

Qualcosa sta però cambiando sul fronte della clientela. «C'è una nuova consapevolezza: l'impatto sociale dei viaggi e il cambiamento climatico sono al centro dell'attenzione di un numero sempre maggiore di viaggiatori. Durante la pandemia, le persone hanno pensato al comportamento da tenere riguardo ai viaggi».

Secondo Lüthi la crescita del turismo può essere sostenuta solo se nel contempo le emissioni diminuiranno. «Negli ultimi anni i fabbricanti di aerei e molte altre industrie hanno compiuto enormi progressi in questo senso. Ma una mobilità più pulita richiede ancora più sviluppo, più ricerca, nuove tecnologie. Questo costa denaro. Chi pagherà per tutto ciò?»

Per il Ceo di Globetrotter la risposta è chiara. «Dobbiamo adesso introdurre una tassa sul CO2 per i voli. Questi fondi dovrebbero essere utilizzati interamente per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie di mobilità ancora più ecologiche». La legge sul CO2 - affossata del popolo il 13 giugno 2021 - è stata respinta «perché il denaro non sarebbe stato investito interamente nella protezione del clima: altrimenti a mio avviso la normativa sarebbe stata approvata».

Ma i viaggiatori più attenti all'ambiente - argomenta l'intervistatore del Blick - possono compensare volontariamente le emissioni di CO2 attraverso gli strumenti esistenti: perché allora chiedere una nuova tassa? «Sono necessarie misure più severe rispetto alla compensazione volontaria», risponde Lüthi, che è anche membro del comitato direttivo della Federazione Svizzera di Viaggi (FSV), l'organismo che rappresenta il ramo.

«Per prima cosa, la compensazione viene usata troppo poco; inoltre, non sono un fan di questo "commercio di indulgenze": non cambia il comportamento del consumatore, elimina solo il rimorso contribuendo a un miglioramento in qualche parte del mondo. A nessuno interessa cosa si stia facendo esattamente. Molti progetti di compensazione sono nel frattempo già stati sospesi».

Tuttavia la compensazione sensibilizza al problema. «E a proposito di balzelli: tutti pagano senza problemi una tassa aeroportuale, una tassa sulla sicurezza, una sovrattassa sul carburante: perché non si accetta un contributo per il clima?», si chiede il dirigente.

Perché quindi Globetrotter non mostra il buon esempio, agendo in autonomia? «No, non può essere uno sforzo solitario. La cosa migliore sarebbe l'introduzione globale di una tassa. Sarà difficile. Forse possiamo dare un piccolo contributo promuovendo meno viaggi brevi in città con voli economici e solo uno o due viaggi lunghi all'anno».

Ma se i viaggi diventano più costosi - osserva il giornalista del Blick - molti non potranno più permettersi le vacanze. «Non la vedo così. Una volta viaggiare costava di più. Dovevi risparmiare ed eri felice in vista della partenza. E non andavi a Maiorca per due giorni con la tua paghetta. In generale, dobbiamo ripensare il nostro comportamento da consumatori, non solo quando si tratta di viaggiare», conclude il dirigente che, stando al quotidiano, ha alle sue spalle 45 viaggi in Himalaya, Alaska nonché su varie cime di Russia e Sudamerica.
 
 

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COMMENTI
 

Lux Von Alchemy 1 anno fa su tio
È curioso il fatto che al WEF di Davis si discuta del clima. Ciò quando la maggior parte dei partecipanti è atterrata a ZH ed altrove con voli privati dove l’emissione di CO2 in 3 ore di volo è pari a quella emessa in un anno intero da un auto di media cilindrata diesel che percorre 15mila chilometri. Fate i calcoli: centinaia di voli in una settimana. Un brutto esempio, non vi pare? Dalle parole ai fatti: non una legge, ma un divieto di voli interni o comunque minori alle 2 ore di volo, promuoverebbe l’uso di mezzi elettrici come il treno. Possibile? Un utopia? Forse sì, ma certamente un tentativo va fatto se non in questi termini, in altri, per mostrare coerenza. Altrimenti sono solo parole al vento.

Emib5 1 anno fa su tio
Risposta a Lux Von Alchemy
Lux. Hai un'idea di quante ore di treno si fanno per una distanza pari a 2 ore di volo? Per il resto scandalizzarsi per quelli arrivati a Davos in aereo mi pare solo pretestuoso. Dovevano arrivarci con la slitta?

CHGordola 1 anno fa su tio
Risposta a Lux Von Alchemy
Sono d'accordo con entrambi, ma l'esempio di Lux è vero, si demonizzano sempre le automobili, quando ci sono cose più inutili (vedi navi da crociera o viaggi aerei al posto dei treni). Capiamo però che al WEF ci possono essere delle eccezioni, invitare politici da tutto il mondo, spesso di spicco e che devono girare con la scorta armata: beh si sa che l'aereo è il mezzo più sicuro al mondo per viaggiare.

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
USA 21'000 aerei fermi = 178,5 milioni di litri carburante risparmiato

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
178,5 milioni di litri corrispondono a circa 11'9 milioni di veicoli che in un giorno percorrono mediamente 150 - 200 Km

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
Considerando 1.8 persone a veicolo ( media ) = 21,4 milioni di individui che in un giorno si spostano da A - B poi da B - A ( percorso giornaliero )

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
21'000 aerei +/- trasportano 3,8 milioni di persone

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a CHGordola
Si parla tanto di salvare il pianeta, di essere più verdi poi usiamo una APP senza rederci conto di cosa comporta oltre al tastierino del device....server vari coinvolti, antenne telefonia e dati, energia a gogo, ecc. Smettiamo con il postare di tutto. Non vi rendete conto che una semplice foto vista da 1'000 utenti comporta 1000 volte scaricarla e vederla. Significa 1000 dispositivi accesi, 1000 che si connettono, 1000 che consumano elergia, 1000 volte la stessa foto salvata in una memoria, 1000 volte il passaggio da un server all'altro per arrivare dal singolo, 1000 connessioni rame e/o fibra e/o celle antenne GSM e/o Wireless STATE DISTRUGGENDO IL MONDO altro che SMART. Non entriamo poi nel tempa dei pagamenti ON-Line ...... Una banconota la stampi una volta la usi miglioni di volte e il suo passaggi dimano é poco impattante. Usare il denaro "liquido" inquina a + non posso. Capiamo una volta per tutte che volare é un MALE. I motori "moderni" Jet oltre al carburante inghiottono miglioni di metri cubi di aria bruciandola DEFINITIVAMENTE. Non sono come gli aere a pale. Volete salvarvi allora diminuire gli aereoporti al minimo indispensabile. In europa massimo 6 - 8 intercontinentali. Chi deve andare in aereo all'interno del suo paese si muoverà con mezzi più ecologici.

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a Emib5
Forse avrebbero potuto arrivare con voli di linea e poi in auto o treno dall'aeroporto. Strano che al WEF si preoccupino per il clima... Sarà perché per alcuni può essere un business interessante e per altri, al contrario, un intralcio agli affari.

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a Emib5
Smettiamola di mandare in giro per il pianeta merci e persone con gli aerei. Oltre a bersi un sacco di carburante bruciano migliardi di metri cubi d'aria.. le emissioni dei motori Jet ad alta temperatura bruciano un sacco di ossigeno. Espulsioni spesso a quote ben alte provocando problemi di ogni sorta al sistema di protezione dei raggi UV e cosmici che colpiscono il mondo.
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