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LUGANOTragedia di Grancia: chiesti cinque anni e mezzo di carcere

22.11.23 - 12:54
«L'esito fatale era praticamente inevitabile», ha detto la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.
Rescue Media
Tragedia di Grancia: chiesti cinque anni e mezzo di carcere
«L'esito fatale era praticamente inevitabile», ha detto la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

LUGANO - Cinque anni e mezzo di detenzione. È questa la pena richiesta dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo per il 23enne portoghese oggi alla sbarra alle Assise criminali di Lugano per il suo ruolo nello schianto di Grancia, nel quale lo scorso 12 febbraio 2021 una 17enne ha perso la vita.

«Nessuna fatalità» - Quella sera l'allora 20enne «ha voluto dimostrare agli amici di essere il più forte, ma anche il più scellerato», evidenzia l'accusa. «Correva a una velocità volutamente eccessiva con altre quattro persone a bordo e ha in più occasioni creato una situazione di vero pericolo». L'esito fatale «era praticamente inevitabile. Non parliamo di un evento accidentale o di una fatalità», afferma Lanzillo, specificando che «poteva andare anche peggio». Uno degli altri tre passeggeri a bordo, un 16enne, aveva infatti subito lesioni così gravi da metterne in pericolo la vita.

Al triplo del limite - L'imputato, rimarca Lanzillo, «ha preso un tratto di strada pubblica per un circuito. Sfrecciava a una velocità pari al triplo di quella prevista, circa 100 chilometri orari su un limite, calcolato dal perito, di 33 all'ora. Sapeva inoltre che la conformazione della strada era irregolare, caratterizzata da dossi, chiusini e avvallamenti, eppure aumentava il rischio con sterzate repentine, retromarce e rapidi cambi di direzione. Inoltre quella notte nevicava leggermente e la strada era bagnata». E, riguardo all'influenza esercitata su di lui dalle incitazioni dei passeggeri: «Era l'imputato a guidare, ed era lui a dover tutelare sé stesso e tutti quelli che hanno deciso di salire in auto con lui».

A favore del 23enne, nella commisurazione della pena, è invece andata la sua giovane età al momento dei fatti, la sincerità dimostrata nelle sue dichiarazioni, il suo pentimento e un passato poco felice. 

L'espulsione? «Può essere un caso di rigore» - «La pena di cui dovrà maggiormente rispondere», sottolinea comunque la procuratrice pubblica, «non è questa, ma quella di aver causato la morte di una giovane ragazza, che non ha mai potuto compiere i 18 anni». Per quanto riguarda invece la possibilità dell'espulsione, essendo il 23enne nato e cresciuto in Svizzera, Lanzillo ritiene che per lui possa essere ammesso il caso di rigore.

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