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«Neutralità affossata? Direi piuttosto evoluta»

CANTONE«Neutralità affossata? Direi piuttosto evoluta»

14.09.22 - 20:32
A tu per tu con Ignazio Cassis, nel giorno della sua festa: «La polarizzazione della Svizzera continua a preoccuparmi»
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«Neutralità affossata? Direi piuttosto evoluta»
A tu per tu con Ignazio Cassis, nel giorno della sua festa: «La polarizzazione della Svizzera continua a preoccuparmi»

LUGANO - Coesione nazionale. Era questo uno dei punti centrali del discorso d'insediamento da presidente della Confederazione di Ignazio Cassis.

Nove mesi dopo, come trova il Paese, il suo presidente? Effettivamente più unito oppure più diviso? «Io non credo che si possa parlare proprio di divisione», commenta Cassis ai microfoni di Tio/20minuti, «ma di sicuro di una sorta di polarizzazione del dibattito politico e sociale e c'è una certa impazienza per quanto riguarda la ricerca di soluzioni comuni e soprattutto una crescente incapacità di fare un passo in dietro e accettare che la propria ragione si al 100% quella giusta».

«Da questo punto di vista», ribadisce Cassis, «continuo a essere preoccupato. Questo perché da un lato la pandemia non ci tocca più da vicino come nel gennaio di quest'anno, dall'altro lato ci sta toccando da vicino l'approvvigionamento energetico e l'inflazione e soprattutto l'insicurezza in un mondo che non capiamo bene come stia delimitandosi. Questo porta a una serie di tensioni che minano la capacità tipicamente svizzera di trovare il compromesso. Io comunque continuerò a lottare, perché credo che questa sia la via giusta».

Sono state diverse le critiche relative alla sua - per così dire - rivisitazione della neutralità elvetica, c'è chi ha addirittura parlato di “affossamento”... «La Svizzera è, era e sarà in futuro un Paese neutrale, la nostra neutralità è armata e permanente, e non è in dubbio ne è stata “affossata” come dicono alcuni», spiega Cassis.

«Si tratta di un grande malinteso, il discorso era quello di evolvere il mantenimento della neutralità in un ambito di cooperazione della sicurezza internazionale e della politica estera. Il Consiglio Federale ha quindi detto: “Sì, facciamolo, ma non modifichiamone il concetto, sarà poi la storia semmai - a posteriori - a ridefinirlo», conclude il presidente.

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