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LUGANOCantiere del PSE, qualcosa non torna: dubbi su cifre e costi

20.03.24 - 06:30
Tra capitolati gonfiati e documentazione tecnica approssimativa e incompleta non si riesce a trovare un capo progetto.
Archivio Ti Press
Fonte red
Cantiere del PSE, qualcosa non torna: dubbi su cifre e costi
Tra capitolati gonfiati e documentazione tecnica approssimativa e incompleta non si riesce a trovare un capo progetto.
E chi è stato assunto è anche stato mandato via. Cosa sta accadendo?

LUGANO - Ormai da diverse settimane, sul sito della HRS - rinomata e accreditata impresa di servizi immobiliari di Frauenfeld che nel 2020 si è aggiudicata il concorso indetto dalla Città di Lugano per la realizzazione del Polo Sportivo degli Eventi (PSE) in più fasi - è presente un annuncio per la ricerca di un capo progetti impiantistica. Potrebbe sembrare uno come tanti altri: una ricerca resa difficile dalla specificità della figura richiesta, potrebbe commentare qualche esperto. Se non fosse che fino a poco prima di Natale un capo progetto c’era, ma è stato mandato via. Sorge allora spontanea una domanda: che cosa sta succedendo?

Secondo una fonte informata sui fatti, l’ultimo capo progetti impiantistica, con diversi anni di esperienza alle spalle, assunto a settembre 2023, è stato licenziato a metà dicembre scorso - da sera a mattina, ancora nel periodo di prova - senza ricevere spiegazioni al riguardo da chi gli ha comunicato la disdetta del rapporto di lavoro. Questo è avvenuto dopo che il capo progetti in parola avrebbe segnalato al suo responsabile di essersi imbattuto, nell’espletamento delle mansioni affidategli, in importanti anomalie.

Nello specifico, spiega la fonte, l’ex capo progetti impiantistica avrebbe riscontrato nel capitolato un sensibile aumento dei costi rispetto al preventivo di massima, circa del 30%, corrispondente a quasi 3 milioni di franchi. Ciò sebbene solitamente nel preventivo di massima venga calcolato un margine del 10-15%. È quindi difficile che i costi a capitolato lo possano superare.

A quel punto, dopo aver analizzato numeri e aver fatto le proprie valutazioni, il tecnico avrebbe chiesto ai suoi responsabili di rivedere le cifre a capitolato e di ottenere dallo studio d’ingegneria piani esecutivi completi, a quel momento mancanti, così da permettere agli artigiani di offrire una mercede a forfait adeguata alle opere previste dal progetto. Avrebbe anche suggerito le modifiche da apportare per poter drasticamente ridurre i costi da lui ritenuti eccessivi rispettivamente superflui. Stando alla nostra fonte, i capitolati risalenti a luglio 2023 sarebbero infatti stati allestiti in modo approssimativo e avrebbero contenuto materiali non in linea con il progetto e quantitativi eccessivi.

Era l'ottobre del 2023 e parte dei documenti richiesti è arrivata tra le mani dell’ex capo progetti impiantistica dopo un mese e mezzo circa, quindi qualche giorno prima del suo licenziamento. A fornirli è uno studio d’ingegneria ticinese, incaricato da HRS, attivo nel campo dell’impiantistica, termoclimatica e idrosanitaria. Alla nostra fonte risulta che, fatta una sola eccezione, materiali e quantitativi sono rimasti invariati e i piani richiesti non sono stati allestiti.

Quel che non torna è che questo modus operandi, giudicato da chi opera nel settore come “approssimativo”, sarebbe stato adottato per la realizzazione del progetto da centinaia di milioni di franchi della Città di Lugano. Ciò può essere ritenuto anomalo considerato che, sempre secondo la nostra fonte, su altri cantieri di HRS, gestiti da altri responsabili in modo perfettamente compatibile con le esigenze e gli interessi della committenza, non vi è spazio alcuno per l’approssimazione. Se quanto riferito fosse vero, dunque, a pagarne le conseguenze sarebbero ancora una volta i contribuenti.

Il cantiere del PSE, intanto, va avanti.

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