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LUGANOIl potere e i pericoli dei social: «Potenti lobby economiche di cui la politica internazionale si serve»

22.02.24 - 21:31
Marco Camisani Calzolari, esperto di comunicazione digitale e volto noto di "Striscia la notizia", sarà a Lugano il 29 febbraio
Foto Imago
Il potere e i pericoli dei social: «Potenti lobby economiche di cui la politica internazionale si serve»
Marco Camisani Calzolari, esperto di comunicazione digitale e volto noto di "Striscia la notizia", sarà a Lugano il 29 febbraio
«Nessuno ha tanta voglia di andare a toccare il meccanismo e mettere delle regole serie che non siano delle pezze, soprattutto per i minori che devono essere tutelati»

LUGANO - Non c'è giorno che si sollevi un dibattito sulla pericolosità dei social e sulle cattive influenze di cui a volte si fanno amplificatori. L'ultima notizia eclatante arriva da oltre oceano: la città di New York ha deciso di portare in tribunale Tik Tok, Facebooke e YouTube perché - c'è scritto nella causa - sono delle piattaforme costruite appositamente per creare dipendenza e quindi creano dei danni alla salute mentale dei bambini e dei giovani in fascia d'età adolescenziale.

In Italia, uno che sullo smantellamento dei pericoli della comunicazione digitale ci ha fatto quasi una ragione di vita è Marco Camisani Calzolari, grande esperto della rete e dei sistemi di funzionamento dei mondi virtuali (IA compresa) e volto noto di Striscia la notizia, dove lo si vede spesso dispensare utili suggerimenti per non cadere nelle trappole di internet.

Camisani sarà a Lugano il prossimo 29 febbraio per una serata sul tema organizzata da Ated e intitolata "ated Digital Night - I talenti che rivoluzionano il mondo digitale".

Fra social e intelligenza artificiale, qualcuno pensa che il virtuale che sposta tutti i giorni la vita delle persone in un "altro mondo" si è forse spinto un pò troppo in là. Ritieni che una tesi simile abbia un suo fondamento?

«ll nostro dovere è quello di guardare al futuro e per il momento dico che non ci è sfuggito di mano ancora nulla, però se si continua così il rischio c'è. In ogni caso, dobbiamo dire con estrema franchezza che i social e le società che vi stanno dietro sono cresciuti troppo velocemente e le regole sono sorte man mano e anche in maniera differenziata da Paese a Paese. Inoltre le grandi piattaforme fanno attività di lobby, sono delle potenti lobby economiche di cui la politica internazionale, che dovrebbe regolamentarle, si serve. Ecco perché nessuno ci vuole mettere davvero mano e regolamentare con serietà e non con delle pezze l'intero sistema».

Con i prodigi che le scoperte digitali hanno prodotto e continuano a produrre, sono arrivate anche conseguenze i più aspri detrattori del "genere" considerano nefaste: dalle fake news al cyberbullismo, dal sextortion alla dipendenza giovanile da social. La bilancia della convenienza da che parte pende di più?

«È fuor di dubbio il valore che queste scoperte hanno apportato alla vita dell'uomo - dice - ma è altrettanto indubbio che ci sono moltissime criticità. Sui minori, che devono essere tutelati, per esempio bisognerebbe fare come con la televisione, che ha la fascia protetta. Inoltre, ci vorrebbe la verifica digitale dell'età, che è una cosa che tecnicamente da fare è semplicissima e risolverebbe almeno il novantanove per cento dei casi. Ripeto, fino ad oggi queste grandi piattaforme hanno fatto un po' quello che hanno voluto e internet, che qualcuno dovrebbe regolare, si regola in realtà da solo.

E quindi in assenza di solide "cortine" di difesa che possono venire solo da una severa regolamentazione che, tu ricordi, allo stato attuale non c'è, come ci si difende dallo strapotere dei social e soprattutto cosa consigli a chi ha dei figli che trascorrono giornate intere sui social e sono i più esposti ai pericoli della rete?

Guarda, la mia famiglia non fa tanto testo perché si vive in un contesto molto digitale, con grande conoscenza da parte mia e anche di mia moglie del contesto. Noi abbiamo chiaramente scelto una strada molto liberale dove loro sono sempre stati liberi di muoversi forti del vero controllo. Quale? Il dialogo preventivo. Glielo dici prima che certe cose è bene che non le facciano, un po' come quando cominciano a uscire la sera e non è che tu gli puoi mettere delle telecamere addosso per vedere cosa stanno facendo. Il loro navigare su internet e frequentarlo lo paragono all'andare a vivere nel mondo. Dunque io e mia moglie con i nostri figlia abbiamo fatto leva sulla consapevolezza. Non ricordo di avere attivato un solo parental-control».

La politica cerca di presenziare nei luoghi social dedicati ai più giovani, preoccupandosi "politicamente" in modo furbesco soprattutto di quelli in età votante: certe apparizioni di politici navigati su TitTok a volte risultano davvero caricaturali e buffe. Sei d'accordo?

La politica vince le elezioni solo se passa attraverso i social. Pensiamo banalmente a Tik Tok, che influenza molto i giovani: TikTok è un prodotto cinese che afferisce al governo cinese, con tutto quello che è connesso all'attuale condizione politica nel rapporto che c'è con l'Occidente. I social muovono e spostano consensi, formano e s(formano) opinioni pubbliche. Un potere enorme».

A completare il quadro sul pianeta un giorno arrivò l'intelligenza artificiale: fino a che punto il "sostituto" dell'uomo potrà spingersi?

L'AI è una ulteriore accelerazione tecnologica di cui comprendere bene ancora i confini. Produce risultati verosimili, ma non intelligenti per davvero. È una comunicazione artificiale, non la vera e propria intelligenza. Dietro ci sono dei motori e questi motori sono basati su reti neurali. Sono stati addestrati nel tempo, raccogliendo appunto dati in modo selvaggio e informazioni da internet in un modo per cui non erano state previste prima. Cioè, non è la stessa cosa di quello che fa un motore di ricerca che poi riporta alla fonte il link. Le reti neurali funzionano in modo per cui quando tu acquisisci i dati e li addestri, poi i dati puoi buttare anche via. Quindi sono in sostanza delle scatole nere. Pericolosissime. Per esempio, applicata all'informazione: se l'informazione diventa automatizzata sempre di più e dietro chi la produce vi sono, come avviene, pochissime aziende molto ricche e molto potenti in grado in qualunque momento di indirizzare il pensiero, è un pericolo enorme che va a toccare le basi della democrazia. L'influenza diretta del pensiero che arriva distorta e automatizzata solamente da pochi ritengo possa essere molto pericoloso».

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