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LUGANOCento giorni di solitudine forzata per questo cagnolino nero

20.04.23 - 06:30
L'animale, donato a una signora, è nato in Italia. Era sprovvisto di chip e documenti. Quanto è giusta una decisione del genere?
Lettore Tio/20Minuti
Cento giorni di solitudine forzata per questo cagnolino nero
L'animale, donato a una signora, è nato in Italia. Era sprovvisto di chip e documenti. Quanto è giusta una decisione del genere?

LUGANO - Un cagnolino nero di pochi mesi in isolamento per cento giorni. Lo ha ricevuto una signora di Lugano a inizio marzo. Per poi vederselo "sequestrare" dalle autorità cantonali. «Era sprovvisto di documenti e microchip – dice la donna –. E c'era il pericolo che avesse la rabbia. Ma isolare un animale così a lungo mi sembra una tortura. Come sarà quando uscirà?» 

«La dichiarazione non è bastata» – Il caso della signora, pur essendo raro, non rappresenta una primizia. Già in passato per animali provenienti dall'estero erano state sollevate polemiche simili. «Il signore che me lo ha dato – sottolinea la donna – è residente in Italia. Il cane è nato lì a quanto pare. Non chissà dove. Posso capire la prudenza. Ma questa burocrazia non va certo a favore del cucciolo. Eppure mi sono fatta firmare una dichiarazione dal proprietario che spiegava da dove venisse il cane. Inizialmente sembrava che con questa rassicurazione avrei potuto tenere l'animale in quarantena a casa. Tra l'altro mantenere questo isolamento mi costa 3.000 franchi circa. Soldi che fatico ad avere».

«Un discorso di salute pubblica» – Il cagnolino in questione si trova presso il canile della Stampa a Lugano. Non ha contatti con altri cani. Solo con un operatore specializzato che si occupa di dargli cibo e di mantenere pulito il suo spazio. Non è un po' esagerato come provvedimento? Christopher Jackson, avvocato specializzato in questioni di animali, ammette: «Qui c'è in ballo ovviamente anche un discorso di salute pubblica. Non posso esprimermi sulla situazione specifica perché non la conosco a fondo. Però per gli animali provenienti dall'estero e privi di documenti o di chip le direttive parlano chiaro. È necessario un periodo di isolamento per stabilire che l'animale sia sano. Un cane potrebbe avere determinate malattie che non possono essere diagnosticate con semplici esami». 

Le possibilità teoriche – Il periodo di tre mesi di solitudine tuttavia potrebbe causare anche scompensi comportamentali all'animale. «È una possibilità concreta. Purtroppo in queste circostanze l'animale rischia di essere rimandato al Paese di provenienza o addirittura di essere soppresso. Il tema è parecchio sensibile. Ed è opportuno che la popolazione sia informata. Tanta gente acquista animali provenienti dai Paesi dell'est su internet senza preoccuparsi del loro stato di salute e dell’aspetto burocratico. Specialmente per quanto riguarda i documenti necessari all’importazione e all'iscrizione nella banca dati nazionale». 

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