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CANTONEMa chi se ne frega del cambiamento climatico...

01.06.22 - 06:30
C'è indifferenza da parte di una fetta di popolazione su un tema che meriterebbe molta più attenzione. Perché?
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Ma chi se ne frega del cambiamento climatico...
C'è indifferenza da parte di una fetta di popolazione su un tema che meriterebbe molta più attenzione. Perché?
Michele Fasciana, capo dell'Ufficio dell'aria, del clima e delle energie rinnovabili: «Ogni cittadino può fare la sua parte». Francesca Cellina, ricercatrice presso la Supsi: «Paura di perdere i comfort. Ma il tempo stringe».

LOCARNO - Entro il 2050 le emissioni di gas serra andranno ridotte a zero. E dunque? Tanto è una cosa lontana. Tanto ci pensano le autorità. Tanto noi non possiamo fare nulla. Spesso le strategie politiche sul clima non trovano riscontro pratico nel cittadino medio. Perché? È una domanda che sorge spontanea alla vigilia del convegno che si svolgerà giovedì 2 giugno al Palacinema di Locarno. «Il cittadino medio – evidenzia Michele Fasciana, capo dell'Ufficio dell'aria, del clima e delle energie rinnovabili – può pensare che questi sono aspetti che non lo toccheranno mai. Il grosso problema è che il cambiamento climatico è subdolo, le variazioni sono minime di anno in anno, finché poi si arriva a una situazione insostenibile».  
 
Aderiscono sempre i "soliti noti" – Anche Francesca Cellina, ricercatrice presso il Dipartimento ambiente costruzioni e design della Supsi, si rende conto di quanto sia complicato fare cambiare le abitudini alla gente comune. «Facciamo azioni di sensibilizzazione e sperimentiamo nuove pratiche e comportamenti con test sulla popolazione. Ma solitamente aderiscono persone che sono già sensibili al tema. Difficile andare oltre. Si ritiene che siano problemi che riguardano altre regioni o un futuro troppo lontano. Molti temono di dovere rinunciare a qualcosa, a una zona di comfort e si chiedono perché devono fare qualcosa che apparentemente riduce la propria qualità di vita. Il tema del cambiamento climatico non è nuovo. Eppure siamo nella stessa situazione di 30 anni fa, quando al Summit della Terra a Rio venne creata la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Solo che adesso il tempo stringe. E ognuno deve fare la propria parte, non solo le istituzioni».
 
Tra alluvioni e smottamenti – «A ben vedere – sostiene Fasciana – gli effetti del cambiamento climatico sono già tangibili. Basti pensare ai disastri causati dalle alluvioni improvvise. O agli smottamenti generati da un terreno troppo secco, non più in grado di filtrare l'acqua. Ci si dimentica tuttavia molto in fretta di queste catastrofi. L'inverno è mite? E allora non mi metto il giaccone. Uno non sta a pensarci troppo».

Benzina, diesel, nafta e gas sotto la lente – Andare in piazza a manifestare serve a poco. Fasciana è oggettivo. «La causa del surriscaldamento globale sta nel consumo dei combustibili e carburanti fossili. Parliamo di benzina, diesel, nafta, gas. Anche il consumo di elettricità fa la sua parte, in quanto non è prodotta solo dall’idroelettrico. Chiunque può fare qualcosa nel suo piccolo. Pensiamo a chi vuole scaldare l'acqua per la pasta, ma non mette il coperchio sulla padella. Si consuma molta più energia così». 
 
Bicicletta e aereo – «Anche la mobilità quotidiana può essere rivista – fa notare Cellina –. Davvero per certi spostamenti non si può andare a piedi o usare la bicicletta? Davvero il car pooling, come complemento ai mezzi pubblici, è così difficile da concretizzare? Bisogna per forza fare un weekend al mese in una capitale europea spostandosi in auto o in aereo, quando nelle nostre valli ci sono luoghi incantevoli? A bloccarci è il timore di perdere un certo standard di vita. E anche la pigrizia, dal momento che si ritiene sempre che può pensarci qualcun altro a queste cose». 
 
La grande sfida – Secondo Fasciana una delle sfide nell'immediato è proprio quella di fare capire alla gente che ogni minima modifica di comportamento può essere decisiva. «In inverno vedo abitazioni col riscaldamento a 23 o 24 gradi. Solo perché si vuole girare in maglietta per casa. Già solo abbassando la temperatura di un paio di gradi si consuma nettamente di meno. Per non parlare di chi decide di lavare i propri vestiti per forza a 90 gradi. Queste abitudini, se leggermente modificate, possono veramente fare la differenza». 

L'evento
"Il clima cambia: una sfida all'adattamento". È il tema del convegno che si svolgerà giovedì 2 giugno tra le 16 e le 21 presso il Palacinema di Locarno. Diversi i relatori. Oltre a Michele Fasciana e Francesca Cellina interverranno tra gli altri anche il meteorologo Marco Gaia e Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio. L'evento, moderato da Giovanni Pellegri (L'ideatorio, USI), è aperto a tutti ed è visibile anche in diretta streaming. 

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