
BERNA - L'iniziativa contro burqa e niqab, approvata lo scorso 7 marzo dal popolo svizzero, continua a far parlare di sé. E in tal senso, hanno fatto scalpore le dichiarazioni rilasciate negli scorsi giorni dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter. La ministra, titolare del dossier, aveva in pratica sostenuto di voler lasciare carta bianca ai Cantoni per quanto riguarda l'applicazione della nuova legge sulla dissimulazione del volto.
Una proposta, questa, che non è affatto piaciuta al consigliere nazionale dell'UDC Piero Marchesi che tramite un'interrogazione indirizzata al Governo ricorda che «trattandosi di un nuovo articolo costituzionale l'applicazione dovrebbe essere la medesima su tutto il territorio nazionale». Ma lasciando la palla ai Cantoni, questo potrebbe non accadere. Il timore del consigliere nazionale democentrista è infatti che possano «crearsi più modelli di applicazione» e una «disomogeneità» a livello svizzero per una legge iscritta nella Costituzione del Paese.
Di seguito le tre domande di Piero Marchesi:
- Non crede il Consiglio federale che lasciando il margine ai Cantoni potrebbero venire a crearsi più modelli di applicazione?
- Non crede il Consiglio federale che la competenza dell'applicazione, proprio perché iscritta nella Costituzione federale, sia della Confederazione e non dei Cantoni?
- Nel caso il Consiglio federale confermasse la volontà di lasciare ai Cantoni la competenza per applicare il nuovo testo costituzionale, quali strumenti intende mettere in campo per controllare che vi sia una reale applicazione e una certa omogeneità su tutto il territorio nazionale?
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