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FEDERALI 2023La neutralità svizzera: tra mito, illusione e realpolitik

28.09.23 - 11:37
Giuseppe Cotti, vicesindaco di Locarno e candidato al Consiglio nazionale per il Centro
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La neutralità svizzera: tra mito, illusione e realpolitik
Giuseppe Cotti, vicesindaco di Locarno e candidato al Consiglio nazionale per il Centro

La neutralità è uno dei tanti paradossi di questo magnifico Paese: è una costante nella nostra Storia, ma nel contempo rimane sempre un tema delicato da discutere. A partire dal febbraio 2022, la politica ha dovuto riscoprire che questa postura geopolitica, per quanto amata, deve sempre essere adeguata ai tempi – e che è illusorio trattarla come una dichiarazione scritta nella pietra, immune allo scorrere del tempo.

Dobbiamo sempre tenere a mente che la neutralità svizzera è sempre stata un mezzo, non un fine in sé. È una strategia che abbiamo scelto perché la consideriamo la migliore, quando si tratta di perseguire i nostri interessi e difendere i valori in cui crediamo. Per questo motivo, è fondamentale per la Svizzera rimanere flessibile, nel quadro di linee guida ben definite – il che è ben diverso dal pretendere una totale libertà d'azione. È una via complicata ma pragmatica, e con il pragmatismo che ci contraddistingue oggi siamo chiamati ad ammettere che la nostra neutralità zoppica – e che ci sono due ragioni precise per questa crisi.

Per prima cosa, il diritto di neutralità si fonda su due Convenzioni oltremodo obsolete (risalgono al 1907!), concluse quando ancora il diritto internazionale considerava la guerra un mezzo accettabile con cui gli Stati potevano affermare i rispettivi interessi. Inutile dire che, da allora, il mondo è profondamente cambiato. Il secondo fattore che provoca la crisi della neutralità è invece tutto contemporaneo: si tratta della confusione che regna sul tema, alimentata anche dall’atteggiamento del Consiglio federale. Mi disturba per esempio l'approccio dimostrato nel trattare le sanzioni contro la Russia adottate dall'Unione Europea. Nel giro di appena una notte, il nostro Governo si è adeguato alle decisioni di Bruxelles. Mi pare impossibile che in così poco tempo ci sia stata una riflessione approfondita sul da farsi: piuttosto, si è trattato di una reazione impulsiva.

Un approccio così poco meditato solleva preoccupazione, specialmente per un piccolo Paese che è un punto di riferimento internazionale per la diplomazia. La Svizzera avrebbe potuto e dovuto mostrare più cautela: prima di adottare le sanzioni, sarebbe stato meglio stabilire canali diplomatici per contribuire a disinnescare il conflitto. Purtroppo, l'adozione delle sanzioni ha azzerato lo spazio a nostra disposizione per cercare di aprire un simile canale.

Più in generale, mi pare chiaro che sulla neutralità manca assolutamente chiarezza: verso l’interno e verso l’esterno. Il Parlamento è sicuramente corresponsabile di questo stato di cose, visto che sembra dominare al suo interno un approccio improntato alla ricerca di visibilità personale e alla cosiddetta «twitter diplomazia». Molti dei nostri parlamentari pretendono che il DFAE prenda posizione all’istante su qualsiasi evento a livello internazionale (come, ad esempio, la crisi iraniana o quella fra Taiwan e Cina), ignorando che la diplomazia ha tempi che non corrispondono a quelli dell’indignazione sui social media.

È in questo quadro non limpidissimo che ora si inserisce anche un’iniziativa dell’UDC, che se non sceglie il momento migliore di certo ha però un merito: obbliga tutti a mettere le carte in tavola e a discutere apertamente dei loro orientamenti di lungo periodo. Inoltre, il testo rispetta esplicitamente gli obblighi della Svizzera nei confronti dell'ONU.

Personalmente, potrei essere d'accordo con l’impostazione adottata dagli iniziativisti, ma solo ad alcune condizioni. È importante che il Consiglio federale mantenga la facoltà di esercitare un proprio giudizio, se un membro permanente del Consiglio di sicurezza ONU dovesse esercitare il suo diritto di veto. In passato, l'UDC ha giustamente sollevato preoccupazioni riguardo al comportamento delle superpotenze, e anche nel discutere questa iniziativa occorre agire nell’interesse della Svizzera e del suo margine di manovra – a vantaggio dei nostri interessi e della nostra tradizione diplomatica.

Giuseppe Cotti, vicesindaco di Locarno e candidato al Consiglio nazionale per il Centro

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COMMENTI
 

vulpus 7 mesi fa su tio
La parola neutralità , di questi periodi poi, è come il dentifricio. Ma chi continua a scriverne e a parlarne saprebbe spiegare correttamente, nell'ambito della nostra realtà e, e non nella definizione della parola, cosa significa? Talvolta sembra solo la famosa foglia di fico.

APR-DRONE 7 mesi fa su tio
Mi é bastato leggere le prime 3 righe dell'articolo. Una sola parole VERGOGNA

APR-DRONE 7 mesi fa su tio
Risposta a APR-DRONE
Non solo la nostra neutralità deve essere ESTREMAMENTE RAFFORZATA e non solo iscritta nei SASSI ma andrebbe ISCRITTA in tutte le fondamenta di ogni edificio, monumento, viadotto, galleria, chiesa, manufatto ecc. ecc.. dove l'uomo ha sudato, lavorato, difeso e morto. Al fine di ricordare a TUTTI ma proprio TUTTI !! da dove veniamo e dove andiamo. Chi erano i nostri AVI e cosa sarà la Svizzera in modo PERPETUO NEI SECOLI DEI SECOLI che verranno.

APR-DRONE 7 mesi fa su tio
Risposta a APR-DRONE
DEVE !! diventare materia d'esame in ogni ordine scolastico dall'asilo in avanti. Vigliacchi coloro che "la modernizzano" come se fosse un oggetto da organizzare a piacimento e/o VENDERE politicamente come i più BUI MERCENARI. Indegni di giurare davanti alla nostra bandiera. Andrebbero cacciati da ogni ordine politico chi anche solo PENSA e ESPRIME tali OSCENITÀ da giudicare quali traditori dei fondamenti della nostra patria. La neutralità Svizzera è un bene INVIOLABILE in ogni sua più ALTISSIMA FORMA. VERGOGANTEVI

APR-DRONE 7 mesi fa su tio
Risposta a APR-DRONE
Se negli States ogni 2 parole viene richiamato “che Dio salvi …. “ in Svizzera ogni 2 parole dovremmo sentir recitare come un mantra ”che DIO preservi nei secoli dei secoli la nostra unica e santissima neutralità e cacci agli inferi chi tenta, prova, strumentalizza tale sovrana e santissima neutralità”.

tbq 7 mesi fa su tio
Alcuni commenti, ora. 1) La neutralità, in estrema sintesi, è la non partecipazione ai conflitti tra altri Stati e il non appoggio di una delle due parti belligeranti a discapito dell'altra. Nell'accezione svizzera, è anche una posizione che permette(va) la mediazione nei conflitti. 2) La partecipazione della Svizzera alla guerra economica dell'UE e della NATO è una violazione di questo principio. 3) La guerra è tuttora un mezzo legittimo con cui alcuni Stati fanno valere i propri interessi senza subirne conseguenze di sorta. Alcuni, ribadisco, e non penso bisogni specificare quali. 4) Giusto perché ne siamo membri (tralascio sull'utilità di questa partecipazione), sono d'accordo con il rispettare gli obblighi verso l'ONU, se non contrastano con altro diritto internazionale vigente. 5) Il problema del diritto di veto riguarda tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Alcuni più di altri, come al punto 3. Per questo, se non c'è una risoluzione ONU, bisogna rifarsi al diritto di neutralità senza se e senza ma e senza sentirsi colpevoli per questo. Anche la neutralità svizzera è diritto internazionale. 6) Molte, moltissime persone, nel mondo, sono vive o vivono in pace grazie alla neutralità svizzera. Forse bisognerebbe ricordarlo, in mezzo agl'ipocriti cori di critiche e insulti che si alzano in determinate cancellerie e media.

Alessandria 7 mesi fa su tio
Come vi permettete di fare propaganda europeista? La neutralita' e' un esempio per il mondo. Se tutti i paesi fossero neutrali, non esisterebbero guerre. Dovete vergognarvi di quello che dite e pensate.

Ciulindo.47 7 mesi fa su tio
In una società densamente interconnessa dove reti di ogni tipo fanno il giro del mondo e collegano tutto e tutti, nessuno può più definirsi indipendente.

tbq 7 mesi fa su tio
Risposta a Ciulindo.47
Né libero, allora. Ottimo, siamo in una dittatura orwelliana.

Jacko67 7 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Ben arrivato.
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