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CANTONEUccise la madre mentre dormiva: fu assassinio

02.05.24 - 15:24
L'autore del delitto di Avegno dovrà scontare la sua pena sotto forma di trattamento stazionario in una struttura chiusa.
Rescue Media
Uccise la madre mentre dormiva: fu assassinio
L'autore del delitto di Avegno dovrà scontare la sua pena sotto forma di trattamento stazionario in una struttura chiusa.

LUGANO - È stato giudicato colpevole di assassinio il 23enne che l'11 aprile 2022 ad Avegno uccise la madre mentre dormiva, accoltellandola alla schiena e colpendola alla testa. E dovrà scontare la sua pena sotto forma di trattamento stazionario in una struttura chiusa specializzata. È quanto ha deciso oggi la Corte delle Assise criminali, accogliendo l'istanza di misura presentata dalla pubblica accusa.

Via dal carcere - La Corte ha così confermato che il carcere non è la soluzione adeguata per l'imputato, che soffre di schizofrenia paranoide e al momento dei fatti, secondo la perizia, era incapace di intendere e volere.

«Non vi è dubbio», però, «che ha agito con modalità perverse, il che è compatibile con il reato di assassinio», spiega il giudice Amos Pagnamenta.

Una perizia che lascia delle «perplessità» - La Corte ha inoltre espresso delle perplessità rispetto alle risultanze della perizia psichiatrica, in particolar modo per quanto riguarda il pericolo di recidiva del 23enne, giudicato "lieve". Secondo il perito, infatti, il delitto è stato un matricidio in piena regola, ed essendo la madre ormai deceduta il giovane non rappresenterebbe più un pericolo per la società.

«Per lui era "la regina delle streghe"» - Pagnamenta sottolinea però che la Corte «ritiene di potersi discostare da questa considerazione»: «L'imputato non voleva uccidere la madre in quanto tale ma piuttosto quella che lui vedeva, in preda al suo disturbo psicotico, come "la regina delle streghe". Inoltre al momento dei fatti riteneva che anche sua zia fosse una strega. Ne consegue che l'imputato potrebbe essere violento anche verso altre persone, e che il pericolo di recidiva potrebbe essere ritenuto "alto"».

Al fratello dell'imputato, che ha chiesto una riparazione, sono infine stati accordati 50mila franchi come risarcimento morale.

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