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SVIZZERAUtilizza stampanti in 3D per fabbricare armi, arrestato

26.11.23 - 18:29
In casa del malvivente trovati dei tirapugni e un coltello
Polizia municipale Winterthur
Fonte 20 Minuten
Utilizza stampanti in 3D per fabbricare armi, arrestato
In casa del malvivente trovati dei tirapugni e un coltello

WINTERTHUR - La tecnologia delle stampanti 3D ha provocato una vera rivoluzione tanto che in breve tempo questo insieme di processi tecnologici in grado di produrre oggetti aggiungendo il materiale uno strato dopo l'altro, ha invaso i più svariati settori. Purtroppo però tale ambito è diventato d’interesse anche per i delinquenti. In Svizzera infatti - si tratta di uno dei primissimi casi - una persona è di recente stata arrestata per aver fabbricato armi utilizzando appunto questa tecnologia.

La polizia municipale di Winterthur ha infatti arrestato nei giorni passati uno spacciatore e, quando gli agenti si sono poi recati nella sua abitazione, sono state sequestrate diverse stampanti 3D che venivano utilizzate per realizzare tirapugni. Ancor prima che venissero scoperti i tirapugni, la polizia di Winterthur aveva sequestrato anche un coltello a farfalla, probabilmente proveniente sempre da una stampante 3D. Nel caso dei tirapugni la polizia presume che fossero destinati alla vendita.

Si tratta di un fenomeno in crescita che è invece già ben conosciuto dalla polizia statunitense per la quale le armi da fuoco stampate in 3D e prodotte privatamente, stanno diventando sempre più popolari tra la criminalità organizzata e le bande criminali. Tali armi sono anche conosciute come “pistole fantasma” perché non possono essere rintracciate. 

Il fenomeno è dunque arrivato anche in Svizzera dove è vietata secondo la legge federale. Le pene possibili vanno fino a tre anni di reclusione. In caso di produzione di tali armi per la vendita, le pene possono crescere. Uno dei rischi maggiori è dato dal fatto che i progetti di costruzione, il cui possesso non è vietato in Svizzera, si possono trovare facilmente online.

Di recente del fenomeno si è interessata anche la polizia municipale di Zurigo. Lo scorso giugno infatti gli agenti si trovarono davanti a una pistola ad acqua apparentemente vera e realizzata con tale tecnologia. La polizia municipale spiegò all'epoca che era difficile determinare a distanza se si trattasse di un'arma vera o semplicemente di una pistola ad acqua. 

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