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SVIZZERA / ISRAELE«Mai visto un attacco così. Le conseguenze saranno enormi»

07.10.23 - 14:25
L'esperto di conflitti presso l'Accademia militare del Politecnico di Zurigo ci spiega quello che è successo stanotte nella Striscia di Gaza
Reuters
Fonte ats
«Mai visto un attacco così. Le conseguenze saranno enormi»
L'esperto di conflitti presso l'Accademia militare del Politecnico di Zurigo ci spiega quello che è successo stanotte nella Striscia di Gaza

ZURIGO - Non si era mai visto un attacco del genere a partire dalla striscia di Gaza e le conseguenze saranno di vasta portata, come è stato il caso per la guerra del Kippur del 1973: è l'opinione di Michel Wyss, esperto di conflitti irregolari presso l'Accademia militare del Politecnico federale di Zurigo.

«In passato ci sono stati ripetuti conflitti armati tra Israele e i gruppi armati nella Striscia di Gaza: ma non avevamo mai visto un attacco del genere: questa escalation è un'operazione su larga scala», afferma Wyss in un'intervista a 20 Minuten.

«L'attacco di stamani (qui il nostro live) ha ovviamente seguito una logica militare di sorpresa e inganno. È un attacco coordinato che sembra essere stato pianificato con molto anticipo. Non si è trattato di un'escalation spontanea di violenza. L'attacco con razzi è probabilmente servito come diversivo e allo stesso tempo Hamas ha effettuato una massiccia infiltrazione nel sud di Israele. Un approccio simile è stato utilizzato dagli Hezbollah libanesi nel 2006 nell'area di confine settentrionale, cosa che all'epoca ha scatenato la seconda guerra del Libano. A quanto pare, i gruppi di Gaza hanno copiato queste tattiche».

Difficile dire perché Hamas colpisca proprio ora. «Ma il fatto che sia il cinquantesimo anniversario della guerra del Kippur e che Israele stia celebrando Simchat Torah mi sembra più di una semplice coincidenza. Anche allora la guerra era iniziata con un attacco a sorpresa e uno shock per Israele».

«Si può presumere che Israele reagirà in modo drastico», prosegue lo specialista. «In primo luogo, dovrà cercare di neutralizzare il pericolo a sud il più rapidamente possibile. Secondo le sue stesse dichiarazioni, i combattenti di Hamas e altri gruppi stanno ancora trasportando ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza, compresi civili e soldati, uomini e donne. L'aviazione israeliana sta già effettuando attacchi aerei contro obiettivi nella striscia di Gaza per mettere Hamas e altri gruppi sulla difensiva e, d'altra parte, per dissuaderli da un'ulteriore escalation».

È poi probabile che Israele conduca un'operazione militare di terra a Gaza per eliminare le infrastrutture militari di Hamas e di altri gruppi, nonché per liberare gli ostaggi israeliani. «Quest'ultima operazione, ovviamente, comporta rischi e pericoli elevati».

Israele è di fronte a un dilemma strategico. «Hamas detiene il potere nella Striscia di Gaza e di recente è stato considerato in qualche modo prevedibile. Finora, in Israele si pensava che Hamas non avrebbe messo in pericolo la propria base di potere attraverso un confronto massiccio con Israele. Nell'ultima esplosione di violenza del maggio scorso Hamas non ha partecipato agli attacchi di razzi e di conseguenza Israele in quell'occasione non ha preso di mira gli obiettivi di Hamas».

«La mancata partecipazione di Hamas appare ora sotto una luce diversa», osserva Wyss. «È possibile che i preparativi per l'attuale attacco fossero già in corso. Per Israele, Hamas è sì un nemico, ma si presume che possa essere controllato o gestito attraverso la deterrenza periodica. Questa alternativa era considerata da Israele preferibile alla perdita di potere di Hamas, che avrebbe portato al caos e a un vuoto di potere a Gaza».

A quanto pare - osserva lo specialista - gli ambienti della sicurezza in Israele non avevano previsto l'attacco, forse perché semplicemente non ci si aspettava che Hamas cercasse un'escalation. «A questo proposito, si evidenziano ulteriori parallelismi con la guerra dello Yom Kippur del 1973: proprio come allora, l'attacco odierno avrà probabilmente conseguenze di vasta portata, sia a livello militare che di intelligence e politico», conclude l'esperto.

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