Respinto il ricorso dei genitori di una giovane che non aveva potuto frequentare le lezioni per una settimana
ZURIGO - Il Tribunale amministrativo zurighese ha respinto il ricorso dei genitori di una ragazzina esclusa per una settimana dall'insegnamento in presenza perché si rifiutava di partecipare ai test del coronavirus condotti a scuola.
La ragazza, che frequentava la sesta classe, aveva invece ricevuto dei compiti da fare a casa. I genitori, che avevano ordinato alla figlia di non sottoporsi ai test salivari a campione misto (pool), hanno quindi presentato ricorso al Tribunale amministrativo, sostenendo che la ragazza ha un diritto fondamentale all'istruzione e che con la sua esclusione dalla scuola sussiste il rischio che rimanga indietro nell'apprendimento.
Come emerge dalla sentenza appena pubblicata, la corte non è dello stesso avviso: l'esclusione è stata giustificata. Inoltre i genitori - rispettivamente la figlia - avrebbero potuto evitarla facilmente: sarebbe bastato sciacquare per un minuto la bocca con una soluzione salina e sputare il liquido in una provetta - di certo non un'intromissione particolarmente grande nella libertà privata, rileva il tribunale.
I genitori hanno già fatto sapere che non intendono accettare la sentenza e che si rivolgeranno al Tribunale federale.