È quanto emerso dai colloqui von Wattenwyl, a cui partecipano i partiti di Governo e il Consiglio federale
BERNA - Per i partiti di governo e il Consiglio federale, l'aumento dell'inflazione in Svizzera - 3,4% a luglio, 5 punti percentuali in media inferiore alla zona euro - non deve preoccupare. Da oltre vent'anni, il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto del 15% e tutto lascia pensare che la dinamica salariale sarà nuovamente più forte quest'anno.
Tuttavia, stando a una nota odierna della Cancelleria federale, il governo continua a monitorare la situazione e valuta le misure che potrebbero essere adottate per attenuare l'aumento dei prezzi - soprattutto dell'energia, n.d.r. - qualora fosse necessario intervenire per alleggerire le economie domestiche
Pandemia e crisi d'energia
Per quanto attiene agli altri temi affrontati ai colloqui von Wattenwyl, come la pandemia di coronavirus, partiti e esecutivo hanno constatato una diminuzione delle infezioni e l'alto grado di immunità raggiunto dalla popolazione. Tuttavia, è attesa un'altra ondata in autunno: la priorità sarà di evitare una sovraccarico degli ospedali. Stando alle previsioni attuali, le strutture ordinare dovrebbero bastare per affrontare un ulteriore incremento dei contagi, anche grazie a un vaccino adatto che dovrebbe essere disponibile in autunno.
In merito alla crisi energetica, il Consiglio federale ha illustrato i provvedimenti adottati per far fronte a un'eventuale penuria di gas ed elettricità (il cui approvvigionamento al momento è assicurato, almeno per la corrente). Oltre a scorte di gas - oramai raggiunte - una riserva di forza idraulica e centrali di riserva, il governo ha ricordato il piano inviato in consultazione per far fronte a una grave crisi; tale piano contempla anche misure di risparmio per le singole famiglie.
Circa i prodotti petroliferi, le difficoltà di navigazione sul Reno e a livello di trasporto ferroviario ostacolano l'approvvigionamento. Tali difficoltà sono state al momento superate grazie alla liberazione delle scorte obbligatorie.
Rifugiati
Tra gli altri temi discussi figura anche la guerra in Ucraina e il problema dei profughi, con le riflessioni sullo statuto di protezione S attualmente concesso a 62 mila persone, le relazioni con l'Ue e le ripercussioni sui conti della Confederazione della pandemia e della guerra in Ucraina.
Circa lo status di protezione, il governo ha rammentato che sta studiando se prolungare o togliere lo statuto S - se ne saprà di più nella primavera del 2023 - e di come garantire un ritorno rapido in patria dei profughi tenendo conto della situazione in loco a livello di sicurezza.