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SVIZZERAL'alfabeto di questo 2021 pandemico

30.12.21 - 06:00
Da Alfa a Zero, passando per Omicron: le ventun lettere dell'anno che andrà agli archivi domani.
Ti-Press
L'alfabeto di questo 2021 pandemico
Da Alfa a Zero, passando per Omicron: le ventun lettere dell'anno che andrà agli archivi domani.

BERNA - Domani si concluderà il secondo anno caratterizzato dalla pandemia. Un 2021 che finisce con numeri da record per quel che riguarda i contagi. In Ticino. In Svizzera. E nel resto del mondo. La variante Omicron ha infatti completamente sparigliato le carte. E stravolto le previsioni e le speranze formulate 365 giorni prima.

Alfa - È stata la prima variante a imporsi. Identificata nel Regno Unito nel settembre 2020, questa mutazione ha circolato in Svizzera da metà febbraio a metà maggio prima di essere sostituita da Delta.  

Berset - Da ministro della Salute è il consigliere federale che più è stato soggetto a critiche. Dopo aver definito «fisicamente molto brutale» il 2020, quest’anno ha dichiarato di essere sempre riuscito a dormire bene. Per i suoi fan è il sonno del giusto.

Certificato Covid-19 - Messo a punto da Berna a inizio estate è diventato l’arma per fugare lo spauracchio di ulteriori (e più pesanti) chiusure.  Inizialmente pensato con il concetto 3G (vaccinato, guarito, testato) durante il mese di dicembre ha perso la terza G in diversi ambiti. I luoghi pubblici al chiuso (quali bar, ristoranti, teatri, cinema, ecc.) sono quindi diventati tabù per chi non è vaccinato o guarito. 

Divisione - L'utilizzo di questo certificato, però, non ha di certo fatto l'unanimità. E anzi, sono molte le categorie a essersi lamentate. In primis quella della ristorazione che si è detta fermamente contraria a «una società a due velocità» (e al calo degli introiti).

Esperti - Anche in Svizzera gli esperti hanno assunto ampia visibilità durante la pandemia. Durante gli infopoint del martedì in molti pendono dalle loro labbra. Anche se non sempre il Consiglio federale è tra questi.

Focolaio - È un altro termine entrato nel gergo comune in questi anni pandemici. Ultimi in ordine di tempo ad accendere la miccia sono stati il derby di hockey e la settimana bianca delle elementari di Locarno a Lenzerheide.

Greco - Come le lettere dell’alfabeto che a partire da metà 2021 danno il nome alle nuove varianti del virus. La speranza degli esperti è che Omicron possa tramutarsi in Omega e diventare il primo virus post-pandemia.

Home-working - In questo 2021 molti lavoratori hanno trascorso più tempo a casa che in ufficio. Effetti di una pandemia globale (e degli obblighi di Berna) che hanno dato una spinta decisiva (infine) allo sbocciare anche in Svizzera dell’home-working. 

Infermieri - Anche questo 2021 è stato un anno terribile per gli infermieri e le altre categorie che lavorano nel sanitario. Tra depressioni, licenziamenti e burnout, i lavoratori specializzati sono diventati merce rara e gli applausi non bastano più. 

Long Covid - Per alcuni la malattia non si estingue mai del tutto. Il Long Covid dà infatti sintomi specifici anche oltre un anno dopo la guarigione. I più frequenti sono stanchezza (46%), difficoltà di concentrazione (31%), mancanza di respiro (21%) e sensazione di malessere dopo l'esercizio (20%).

Mascherine - Inizialmente sconsigliate dal Consiglio federale, sono diventate strumenti fondamentali per rallentare la diffusione dei contagi. A maggio Berset aveva fatto mea culpa sulle «informazioni sbagliate» date sulle mascherine che erano addirittura state definite «dannose». Con l’avvento di Omicron diversi esperti consigliano l’utilizzo della FFP2.

 No Vax - Il termine è entrato prepotentemente in uso nel 2021. Gli scettici, che hanno spesso manifestato il loro dissenso scendendo in piazza, hanno contribuito a esacerbare gli animi. E a dividere la società.

Omicron - La nuova variante in un batter d’ali ha conquistato il mondo. Subito divenuta dominante anche in Svizzera per la sua altissima contagiosità e la capacità di bucare i vaccini, Omicron ha fatto impennare il numero dei contagi un po’ ovunque. 

Protezione - Nel 2021, come già nel 2020 - e come in tutte le precedenti pandemie (fin dalla Spagnola) - i consigli pratici per proteggersi dal contagio restano immutati: distanze e igiene. Insomma anno nuovo, consigli vecchi.

Quarantene - Sono esplose di recente per colpa di Omicron. La variante scoperta in Sudafrica ha infatti costretto a casa quasi novantamila svizzeri, con gli esperti che temono per «un blocco della società».

Ricoveri - Il sistema sanitario è sotto pressione ormai da due anni. In alcuni ospedali è già stato predisposto un triage per decidere chi ricoverare e chi no. E l’arrivo di Omicron non fa di certo dormire sonni sereni ai sanitari.

Spike - Come la proteina che “arma” il coronavirus e gli consente di legarsi e penetrare nelle nostre cellule. I vaccini a mRna istruiscono il nostro sistema immunitario a riconoscerla. Ma è anche la sede di quelle mutazioni che rendono i preparati meno efficaci contro alcune varianti.

Test rapidi - Le lunghe code davanti alle farmacie ben dimostrano come siano entrati a far parte della nostra vita. Quasi della nostra quotidianità. Per chi ha scelto di non vaccinarsi hanno rappresentato per diverso tempo la chiave d’accesso per bar, ristoranti e altri luoghi. Per tutti un modo per vivere un po’ più serenamente una cena tra amici o un ritrovo in famiglia.

Urne - Vi è stato chiamato due volte il popolo svizzero in questo 2021 per votare sulla Legge-Covid-19. In entrambe le occasioni - a giugno e a novembre - la maggioranza silenziosa ha bocciato i referendum che volevano bloccarla. 

Vaccini - Quello che tutti consideravano un po’ come la luce in fondo al tunnel, è stata offuscata da un'adesione alla campagna vaccinale (tuttora) sotto le aspettative e dalla comparsa di nuove varianti. E questo nonostante il V-Day abbia rappresentato una pietra miliare per il nostro paese. E intanto, anche per colpa di Omicron, è già tempo di terze dosi…

Zero - Omicron ha fatto esplodere il numero dei contagi: oltre 17’000 in Svizzera, più di mille in Ticino. E nell’anno che ci lasciamo alle spalle non c’è stato un solo giorno con zero contagi nel nostro cantone. Il numero più basso (uno) è del 14 giugno. 

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