La quantità venduta continua a diminuire. La contrazione è stata dell'1,3% rispetto al 2017. Nell'ultimo decennio però le vendite sono dimezzate
BERNA - La quantità totale di antibiotici venduti per il trattamento di animali in Svizzera continua a diminuire. Tuttavia, la riduzione si delinea in maniera meno netta rispetto agli anni precedenti.
Se da un lato nel 2018 è scesa notevolmente la vendita di antibiotici critici per la medicina umana, è stato registrato un aumento di quella di altre classi, come le penicilline e le tetracicline, si legge in un comunicato odierno dell'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), che presenta i risultati del rapporto annuale sul tema.
La flessione delle vendite è comunque continua: nel 2009 sono stati venduti 66'000 chilogrammi di antibiotici, mentre l'anno scorso si è scesi a 32'000. Si tratta di un calo di oltre il 50% in dieci anni. Rispetto al 2017 la contrazione è dell'1,3%.
La costante diminuzione delle vendite di antibiotici riflette l'elevato grado di sensibilizzazione dei veterinari e dei detentori di animali. Ciononostante, sottolinea l'USAV, sono necessari ulteriori sforzi per ridurne al minimo l'impiego improprio.
Per quel che riguarda le resistenze, si esaminano in modo alternato polli e suini/bovini. Nel 2018 è stata di nuovo la volta degli effettivi svizzeri di polli da ingrasso. Mentre negli anni precedenti si è registrato un costante aumento delle resistenze, questa volta si è delineato un calo.
L'USAV ricorda che a seguito del consumo eccessivo e inadeguato di antibiotici, sempre più batteri diventano resistenti a questi medicamenti. Le conseguenze sono drammatiche e colpiscono in egual misura esseri umani, animali, agricoltura e ambiente. Per questo negli scorsi anni è stata elaborata una strategia della Confederazione per monitorare e affrontare il problema.