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PICCOLE STORIE«Mio nonno bianconero, mio padre biancoblù... che "diatriba"»

25.01.24 - 07:00
Max Piemontesi è cresciuto nel vivaio del Lugano, con cui ha giocato un match nella massima serie nel 2005: «Sono cresciuto a pane e hockey».
MP
Max Piemontesi in azione con la maglia del Lugano nel 2005.
Max Piemontesi in azione con la maglia del Lugano nel 2005.
«Mio nonno bianconero, mio padre biancoblù... che "diatriba"»
Max Piemontesi è cresciuto nel vivaio del Lugano, con cui ha giocato un match nella massima serie nel 2005: «Sono cresciuto a pane e hockey».
Nella sua carriera il 37enne ha anche difeso i colori di Coira, St. Moritz, Düdingen, Bulle La Gruyère, GDT Bellinzona, Ceresio e Pregassona Ceresio Red Fox, dove milita tuttora.
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LUGANO - Massimo Piemontesi coltiva la passione dell'hockey fin da bambino e nella sua carriera ha girovagato per la Svizzera, militando in tutte le categorie.

Il 37enne – che sta attualmente disputando la sua 23esima stagione – è infatti cresciuto respirando intensamente l'aria di questo sport, poiché nella sua famiglia è sempre stato un argomento presente nella quotidianità. Non solo suo padre – che ha giocato dapprima nel Nivo in Seconda Lega e poi nel torneo amatori della Resega, di cui è anche stato il primo organizzatore assieme a Massimo Fassora – ma soprattutto suo nonno Carlo Viglezio, scomparso nel 2022. Gli annali menzionano in effetti il leggendario “Cuccio” – che aveva decisamente i colori bianconeri cuciti sul petto – quale membro del Comitato del Lugano già nella stagione 1947/1948. In seguito è stato uno dei dirigenti pionieri e socio attivissimo di quella che allora era chiamata la Commissione Tecnica dal 1955 al 1969. Portò nel Sottoceneri diversi campioni e fu determinante nel convincere un certo Geo Mantegazza ad assumere il ruolo di Presidente del club alla fine degli anni '70, il quale diede inizio all'era del Grande Lugano. «Ho sempre adorato giocare a hockey ed è una passione che ho ripreso dalla mia famiglia», sono state le prime parole di Piemontesi. «Sia mio nonno sia mio padre hanno vissuto costantemente a stretto contatto con il ghiaccio, anche se in questo contesto ho vissuto una sorta di “diatriba” familiare, poiché uno era fanatico del Lugano mentre l'altro è di origini leventinesi, quindi tifoso dell'Ambrì. Alla fine ho scelto i bianconeri e da quel momento sono cresciuto a pane e hockey».

Dopo aver effettuato tutta la trafila nel settore giovanile del Lugano, il ticinese ha avuto anche il merito di esordire in Prima Squadra nel campionato 2005/2006, quello dell'ultimo titolo svizzero bianconero. «Quando giocavo con la U20 Elit, ho avuto la fortuna di potermi allenare parallelamente con la Prima Squadra già a partire dalla preparazione atletica estiva e dalle amichevoli di pre-campionato, per ricevere in seguito la grande opportunità di esordire in National League contro il Langnau, realizzando un sogno. Si trattava del gruppo che a fine anno è poi salito sul tetto svizzero e posso dire di aver vissuto delle emozioni fantastiche. C'erano elementi del calibro di Nummelin, Metropolit, Hentunen e Peltonen ed era uno spettacolo ammirarli sul ghiaccio, dei veri campioni e degli esempi di professionalità. Quell'anno sono sceso in pista anche con il St. Moritz in Prima Lega, che all'epoca era partner team del Lugano (ndr, 20 match, 15 punti). A volte si giocava in settimana e ricordo che mia madre mi accompagnava in macchina nel Canton Grigioni per giocare le partite e la sera stessa tornavamo a casa, visto che il giorno seguente dovevo seguire le lezioni dell'ultimo anno di liceo. È stata una stagione davvero intensa, ma mi sono divertito molto».

Nel campionato 2006/2007 “Max” ha poi firmato il suo primo contratto da professionista con il Coira, che all'epoca militava fra i cadetti (42 gare, 10 punti). «Mi sono integrato subito nella nuova realtà, anche perché nel roster erano presenti diversi miei ex compagni del vivaio bianconero, fra i quali Danny Masa, Alain Pasqualino, Matteo Nodari, Luca Balerna e Jordan Landolt, oltre al compianto Ivan Mantegazzi. È stata una bella esperienza e a livello personale mi sono tolto le mie soddisfazioni, visto che da un momento all'altro – a 19 anni – mi sono ritrovato a essere un professionista. Al termine della stagione – nonostante avessi ricevuto una proposta di rinnovo da parte del club – mi sono reso conto che la mia strada era un'altra e ho quindi deciso di lasciare i Grigioni per proseguire gli studi all’università di Friborgo, iscrivendomi alla facoltà di diritto».

In seguito Piemontesi è sceso di categoria – in Prima Lega – dove ha giocato in totale cinque stagioni con Düdingen e Bulle La Gruyère, per poi tornare – una volta terminati gli studi – in Ticino. Alle nostre latitudini ha poi difeso i colori di Bellinzona, Ceresio e Pregassona Ceresio Red Fox, riuscendo quindi – dopo aver assaporato la NL e la SL – a giocare in tutte le categorie. Il 37enne ha così complessivamente totalizzato 93 punti in 164 partite di Prima Lega, 43 punti in 59 gare di Seconda Lega e 124 punti in 95 incontri di Terza Lega. «Uno dei fattori che mi ha spinto a giocare fino a oggi è sicuramente stata la compagnia, dato che anche attualmente – nel Pregassona Ceresio Red Fox – condivido lo spogliatoio con dei personaggi con cui sono cresciuto nel settore giovanile del Lugano. Ho sempre percepito l'hockey come una valvola di sfogo e nello stesso tempo lo reputo una scuola di vita. È stato inoltre in questo contesto che ho instaurato i legami di amicizia più importanti e adesso anche mio figlio più grande – di cinque anni – ha mosso i suoi primi passi nel vivaio del Lugano. Vedremo con il tempo se anche lui avrà il piacere di immergersi in questo sport e di continuare con la nostra passione di famiglia».

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COMMENTI
 

L'Azzeccagarbugli 3 mesi fa su tio
Grande max

sergejville 3 mesi fa su tio
Nonno Cuccio, un pilastro che ha scritto una parte di storia dell'HCL.

blitz65 3 mesi fa su tio
papá intelligente

Nano10 3 mesi fa su tio
Risposta a blitz65
E…. nonno Super Intelligente
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