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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Rifarlo, perché no?»

14.12.22 - 08:30
Arno Rossini: «Mondiali inquinati dai soldi del Qatar, ma l’autunno…»
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«Rifarlo, perché no?»
Arno Rossini: «Mondiali inquinati dai soldi del Qatar, ma l’autunno…»
Tanta negatività prima, tanta sorpresa poi. La Coppa del Mondo ha convinto.
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MONDIALI 2022: Risultati e classifiche

DOHA - "Il Qatar ha pagato per farsi assegnare questi Mondiali”. “La Coppa del Mondo a novembre e dicembre è una bestemmia”. “In autunno la stagione dei club è nel pieno, non ha senso che si fermi per fare spazio alle nazionali”. “Ci saranno temperature alte e stadi con l’aria condizionata, questo per una scelta folle della FIFA”. “Tanti stadi in pochi chilometri, così il torneo perderà di fascino”.

Fino a metà dello scorso mese, fino all’immediata vigilia della competizione, la lista dei contrari a Qatar2022 era lunghissima. Al netto delle - sacrosante - polemiche riguardanti i diritti negati nel Paese sul Golfo, erano pochissimi quelli che pensavano che la kermesse potesse essere spettacolare e credibile allo stesso tempo. In poche settimane il vento sembra tuttavia essere cambiato.

«È vero, io sono uno di quelli che si è ricreduto - ha sottolineato Arno Rossini - Non pensavo che quella fatta dai dirigenti del pallone potesse essere una scelta intelligente; credevo che ci sarebbero stati limiti e problemi, a livello di gioco ovviamente, e che lo spettacolo ne avrebbe risentito. Mi sbagliavo».

Finestra autunnale promossa, dunque?
«I soldi del Qatar hanno inquinato la scelta della FIFA; questo è ormai chiaro. E quanto accaduto riguardo ai lavoratori è qualcosa di spaventoso. Parlando esclusivamente di calcio, però, giocare tra novembre e dicembre ha fatto crescere l’interesse, invece che levarlo».

Calciatori meno stanchi, intraprendenza in campo, maggiore spettacolo…
«Ecco, questo no. Ho studiato i dati delle partite di questi Mondiali, i chilometri percorsi dai giocatori… Non ci sono stati picchi. Il rendimento è simile a quello che questi ragazzi tengono nei loro club e a quello che si riscontra quando i grandi tornei sono d’estate. E anche in quanto alla tattica e allo spettacolo… ho visto match combattuti, non match spettacolari».

Paura di perdere?
«Piuttosto grande attenzione ai dettagli. Ormai, con la tecnologia, ogni staff tecnico può studiare alla perfezione l’avversario di turno e impostare di conseguenza una tattica per disinnescare gli schemi più pericolosi. Attenzione e ordine fanno la differenza. Come fanno poi la differenza, condizionano il risultato, le invenzioni dei singoli o qualche errore: le partite si decidono spesso per questi particolari». 

Perché, dunque, una passione tanto grande?
«A livello di seguito, credo che Qatar2022 abbia fatto registrare numeri mai visti prima. E questo grazie appunto alla sua collocazione temporale: d’estate si è meno invogliati a rimanere a casa per seguire i match. Questa invece è la stagione perfetta, si ha maggior possibilità di appassionarsi e di godersi lo spettacolo. Rifarlo, perché no? Forse però si dovrebbe “registrare” meglio la sincronizzazione tra il torneo e gli impegni dei club. I selezionatori hanno cominciato a lavorare con il gruppo solo una decina di giorni prima dell’inizio della Coppa del Mondo. Impensabile».

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