TENNIS24 nel segno di Kobe Bryant: «Mi ha aiutato nei momenti di difficoltà, ho perso un punto di riferimento»

NEW YORK - Ormai anche il dizionario ha esaurito gli aggettivi per descrivere Novak Djokovic. Anche perché quelli utilizzati in questi anni stanno ormai diventando banali. Vincendo nella notte su lunedì gli US Open, dopo aver battuto Medvedev in finale, l'intramontabile 36enne di Belgrado ha fatto 24 Slam raggiungendo Margaret Court. Ciò significa che il prossimo gennaio, in occasione degli Australian Open, il serbo potrebbe diventare in assoluto l'uomo più vincente del pianeta. 

«Quattro finali e quattro avversari diversi quest'anno nelle finali dello Slam. Per la maggior parte degli anni in cui eravamo tutti nel circuito al massimo livello, le probabilità che affrontassi Roger o Rafa o Andy in una finale erano molto alte. Ora è diverso. Non mi dispiace affrontare giocatori diversi, a patto di vincere (sorride, ndr)».

24 non è un numero qualunque per Nole, il quale a fine match ha voluto indossare una maglia celebrativa (“Mamba Forever”) per ricordare l'ex stella NBA Kobe Bryant. «È stato un mio grande amico oltre che un esempio di mentalità vincente. Mi ha aiutato nei momenti di difficoltà e con la sua scomparsa ho perso un punto di riferimento. Per questo mi ero ripromesso che, qualora avessi raggiunto questo traguardo, lo avrei celebrato così».