Marco Pina, già Sindaco di Ligornetto
Dopo aver ascoltato la conferenza stampa della Consigliera Federale Baume-Schneider (22.01.24) e dopo aver letto la propaganda di un comitato borghese recentemente costituitosi (23.01.24) avevo due possibilità: quella di stare zitto, far finta di nulla e poi votare di testa mia, oppure quella di prendere “carta e penna” e di esprimere il mio pensiero ad alta voce.
Siamo consci che, una grande fetta della ricca Svizzera è veramente povera. Sono cifre implacabili, oltre 700'000 svizzeri sono bisognosi; quindi, un otto percento dei nostri connazionali fa fatica ad arrivare a fine mese e avrebbe bisogno di ricevere dei contribuiti per far fronte al continuo aumento delle spese. I “nostri” eletti affermano che potrebbero beneficiare di aiuti, ad esempio della complementare. Però sappiamo benissimo che, gli Svizzeri, sono anche molto orgogliosi e, quindi, difficilmente chiederanno gli aiuti allo Stato. Questo l’ho constatato negli anni durante i quali amministravo, in qualità di sindaco, il mio comune.
Pertanto, abbiamo un’alta percentuale di Svizzeri che, o sono poveri o vivono al limite delle loro possibilità e questo non sicuramente perché sono scialacquatori ma, perché, con i continui aumenti con cui siamo confrontati, non ce la fanno quasi più. Una tredicesima AVS darebbe loro un po’ di ossigeno, quello strettamente necessario per “tirare a campare”.
Fatta questa premessa, ora entriamo nel merito.
I contrari basano la loro campagna sul fatto che, il primo pilastro nei prossimi anni non avrà più le risorse necessarie per far fronte alle future uscite e, proprio per questo, occorrerà aumentare il prelievo sui salari e aumentare l’IVA.
Ma scusate, queste sono le uniche due misure a disposizione del dei nostri rappresentanti a Berna?
Penso proprio di no!
La mia sensazione è che, specialmente negli ultimi anni, il CF e le due camere, siano nella nostra capitale per rappresentare i gruppi di interesse e gli altri. Quando cito gli altri, intendo i membri di Bruxelles, della NATO, dell’ONU ecc. e non dei propri confederati.
Svizzeri che, a ogni proposta di aumento avanzata dal CF, hanno sempre risposto di sì, fregiandosi del titolo di masochisti.
Ora, questi Svizzeri che hanno costruito (con i propri avi) il benessere della nostra Nazione, hanno il desiderio, il bisogno e il diritto di una risposta concreta dettata dalle necessità, in poche parole di un aiuto concreto.
Ora basta con l’affermare che la nostra Nazione non ha i soldi necessari, li abbiamo, eccome li abbiamo, ma oggi li distribuiamo agli altri sotto forma di donazioni, regali milionari, di aiuti e chi più ne ha più ne metta.
E per gli Svizzeri: nulla?!
Prima di concludere devo, però, rispondere al consigliere nazionale Thomas Aeschi, facente parte del comitato borghese, il quale afferma che questa misura aiuterebbe anche agli Svizzeri all’estero, i quali già usufruiscono di notevoli vantaggi in relazione al loro potere di acquisto. Questi, secondo il consigliere nazionale, stanno già beneficiando del franco forte e del minor costo della vita. Aeschi porta come esempio: un pensionato svizzero in Macedonia ha un potere d’acquisto quattro volte superiore a quello che avrebbe in Svizzera, in Turchia, la differenza è di addirittura 5 volte.
Sono, in questo caso, concorde con quanto da lui affermato e, vista la particolare situazione di beneficio in rapporto ai cittadini Svizzera qui residenti, la soluzione potrebbe essere quella di non far beneficiare di questo aiuto ai non residenti
Concludo affermando che, prima di donare soldi a destra e a manca, così almeno diventiamo simpatici agli altri (ma solo perché elargiamo soldi a tutti); versiamoli ai nostri anziani, che non hanno mai chiesto nulla se non di essere degnamente rappresentati da persone che hanno a cuore la Svizzera più che “comprare” il consenso all’estero.