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L'OSPITESì all’iniziativa “più abitazioni a prezzi accessibili”

26.01.20 - 14:58
Cristina Zanini Barzaghi, municipale PS Lugano
Ti Press
Sì all’iniziativa “più abitazioni a prezzi accessibili”
Cristina Zanini Barzaghi, municipale PS Lugano

Il titolo «Più abitazioni a prezzi accessibili» fa capire in modo chiaro il senso dell’iniziativa popolare su cui le cittadine e i cittadini svizzeri sono chiamati a votare il prossimo 9 febbraio.

Le posizioni espresse dai contrari all’iniziativa svelano ancora una volta le contraddizioni di partiti e movimenti che a parole si dicono vicini ai bisogni delle persone e poi, nei fatti, si tengono bene a distanza da queste stesse persone.

Come è stato spiegato, ancora pochi giorni fa, dall’Ufficio federale di statistica “La Svizzera è un Paese d’inquilini: il 59% delle famiglie (il dato è relativo alla fine del 2017), vive in un’abitazione in affitto". Nelle dieci città più grandi della Confederazione - Lugano è tra queste - i prezzi sono proibitivi e soltanto in pochi possono permettersi un’abitazione di proprietà”. Nell’arco di trent’anni, in tutto il Paese le pigioni medie sono aumentate del 62%, passando dagli 820 franchi del 1990 ai 1’329 franchi del 2017. Si potrebbero elencare molti altri numeri e tutti testimonierebbero l’evidente necessità di trovare una soluzione al problema dei costi della casa. Si tratta, infatti, di una questione innanzitutto sociale, che interessa una fascia sempre più ampia di popolazione.

Dire che la quota di nuove abitazioni debba essere di proprietà di committenti di utilità pubblica almeno per il 10% non è una battaglia statalista e soprattutto non è contro le imprese edili e nemmeno contro la ristrutturazione degli edifici esistenti vetusti: è semplicemente una scelta di buon senso. Si tratta anche di un dovere, visto che l’articolo 41 della Costituzione federale assegna alla Confederazione e ai Cantoni il compito di fare in modo che «ognuno possa trovare, per sé stesso e per la sua famiglia, un’abitazione adeguata e a condizioni sopportabili».

A Lugano, gli alloggi di proprietà della città hanno affitti inferiori di più del 20% rispetto al mercato. Ma c’è ancora molto da fare, visto che la città e la sua cassa pensioni sono proprietarie solo di un migliaio di alloggi che non conoscono sfitto, il 3% del totale delle abitazioni in affitto a Lugano.

Il Municipio in questa legislatura ha lavorato in questo ambito avviando delle prime misure concrete. Sono stati proposti dei crediti per la manutenzione straordinaria dei propri stabili a pigione moderata, che non produrranno rincari degli affitti, ed è stato approvato un nuovo regolamento sull’assegnazione delle abitazioni di proprietà comunale, nel quale sono fissati principi e regole che impediscono alle persone con reddito alto di scavalcare chi incontra davvero difficoltà a trovare casa. È stato anche recentemente avviato un concorso per enti di pubblica utilità per alloggi a pigione moderata in via Lambertenghi.

Ma è molto difficile essere maggiormente incisivi. Bisognerebbe poter agire con più dinamicità attraverso enti di pubblica utilità senza scopo di lucro, in particolare per poter risanare gli edifici esistenti. Sul tavolo del Municipio ci sono già delle proposte concrete, come ad esempio la costituzione di una fondazione che possa gestire e incrementare il patrimonio immobiliare pubblico luganese. Il modello potrebbe essere la zurighese PWG, che nel corso di venticinque anni è stata in grado di acquisire da privati e mantenere ad affitto moderato oltre 120 vecchi stabili.

Votare sì all’iniziativa per pigioni accessibili il prossimo 9 febbraio significa aiutare concretamente i comuni ad avviare una vera politica per l’alloggio a favore della maggioranza della popolazione, che da anni attende azioni in questo campo.

 

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