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CANTONE«Perseguitate perché diverse»

29.02.24 - 06:30
La serie "Stryx", dopo qualche complicazioni, è pronta al debutto. Un racconto, tutto ticinese, dei tristi anni dell'Inquisizione.
Stryx
«Perseguitate perché diverse»
La serie "Stryx", dopo qualche complicazioni, è pronta al debutto. Un racconto, tutto ticinese, dei tristi anni dell'Inquisizione.

BELLINZONA - Dopo tanta attesa la serie web “Stryx” è pronta per il grande debutto. L’anteprima avrà luogo il 10 marzo al Cinema GranRex di Locarno, alle 15, durante un evento di presentazione del progetto (chiuso alla stampa). La serie cercherà poi fortuna nei vari festival. Ma di cosa si tratta? Sei episodi, ambientati alla fine del ‘500, realizzati interamente in Ticino, che raccontano la storia della mano implacabile dell'Inquisizione sul nostro territorio.

«È una grande soddisfazione poter finalmente presentare il nostro lavoro», ci ha raccontato l'attrice Camila Koller che, assieme a Thania Micheli, hanno ideato il progetto per Kaylah Films. «Ci sono stati in effetti alcuni imprevisti che hanno ritardato l’uscita della serie». Ora è però tutto alle spalle e il progetto, lanciato nel 2020, può finalmente vedere la luce.

L’ambizione di realizzare una serie interamente in Ticino non è stata un'impresa facile. «La raccolta fondi inizialmente ci ha dato poche soddisfazioni». Camila e Thania non si sono però lasciate scoraggiare. «Abbiamo iniziato il progetto anche se non avevamo raggiunto la cifra minima per coprire tutte le spese vive. Ma eravamo convinte della nostra idea e ci siamo lanciate lo stesso». Un salto nel vuoto che è stato ripagato. «Non è stato facile, ci sono voluti diversi anni, ma grazie alla collaborazione con la Over Film Productions del regista Marco Bitonti e del direttore della fotografia Alessandro Zumstein, ce l'abbiamo fatta».

Oltre alle complicazioni finanziarie, poi risolte, la troupe ha dovuto sormontare alcuni ostacoli logistici. «Gli attori, la crew e tutte le persone che hanno preso parte al progetto, si sono messe a disposizione durante il loro tempo libero, senza una vera e propria retribuzione dato che noi potevamo garantire solo un rimborso spese».

Uno slancio di generosità «perché credevano nel progetto». Fare coincidere le prove e le riprese con gli impegni di tutti è stata quindi una vera impresa. Le riprese, in programma per l’estate del 2021, sono poi slittate all’anno dopo. «È stato davvero difficile mettere insieme tutte le persone. Ognuno aveva i suoi impegni e le sue disponibilità. La sceneggiatura raggruppava spesso molti personaggi nello stesso momento, era quindi necessaria la presenza di quasi tutti gli attori».

Un’altra grande sfida da superare è stata la scelta della location. «Per ricreare l’ambientazione storica abbiamo dovuto ingegnarci un po’», ci ha confidato Camila. «Il nostro budget ci ha costretto ai salti mortali. Non potevamo stravolgere il set, abbiamo cercato invece di adattarci al paesaggio scelto». E poi, ciliegina sulla torta, i rumori della società moderna. «Durante le riprese a Moghegno, gli aerei e gli elicotteri e le moto ci hanno creato qualche problema», ha raccontato ridendo l’attrice. 

Per quanto riguarda gli attori la scelta è stata ponderata. «Ogni tanto è un po’ frustrante perché le grosse produzioni locali tendono a ingaggiare attori dall’estero». Un aspetto normale e comprensibile «vista la difficoltà di esportare il cinema nostrano, ma che abbiamo cercato di cambiare. Volevamo costruire un progetto solo locale e offrire una possibilità agli attori ticinesi di misurarsi una professione non semplice».

Ma perché la necessità di raccontare ora questa storia? «Il tema è sempre attuale, ma non solo per la questione della persecuzione contro le donne». La riflessione di Camila è infatti più ampia. «Trovo che nella nostra società prevale spesso la paura del "diverso" e delle persone che non rientrano in alcuni canoni». Un timore, verso lo straniero, che non si è spento neppure ai giorni nostri. «È una costante nell'essere umano. Spesso basterebbe capire che l'altra persona ha solo un altro modo di vivere, e che non sta facendo male a nessuno».

Eppure questa parte importante della storia ticinese è ancora poco rappresentata a livello cinematografico, e non solo. «È un periodo storico al quale sono molto appassionata. Non ho però trovato grandi documentazioni per quanto riguarda il Ticino». L'ispirazione principale è arrivata quindi da una valle a qualche chilometro di distanza. «Mi sono ispirata ad alcuni processi che si sono svolti in Val Mesolcina, nel Libero Stato delle Tre Leghe, che oggi sono i Grigioni. Abbiamo trovato un’importante documentazione sulla questione. Un gesuita, un certo Achille Gagliardi, ha riportato la visita di Cerlo Borromeo nei suoi diari. Ovviamente quello che si vedrà nella serie è completamente romanzato, ma alla base ci sono dei fatti realmente accaduti».

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