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CANTONEDonne sui palchi: ancora troppo poche

19.01.24 - 06:30
Dietro le quinte del progetto inclusivo di Helvetiarockt che mira a favorire una maggiore presenza femminile nel settore della musica.
Danielle Liniger
Donne sui palchi: ancora troppo poche
Dietro le quinte del progetto inclusivo di Helvetiarockt che mira a favorire una maggiore presenza femminile nel settore della musica.

BELLINZONA - Nel settore della musica, le donne sono sottorappresentate. Sui palchi ticinesi e svizzeri la presenza femminile è infatti ancora troppo marginalizzata. Un divario che i workshop inclusivi di “Helvetiarockt” cercano di colmare. L’associazione attiva dal 2009 da anni si impegna per permettere a giovani donne, persone inter, non binarie, trans e agender di accedere facilmente al mondo della musica. Ma non solo. I progetti permettono di creare una rete di artiste professioniste per sensibilizzare il settore della musica sulla dimensione di genere. In Ticino due sedi, a Bellinzona e a Losone, offrono corsi intensivi per accompagnare i gruppi o le soliste.

Un percorso personale
Ma in cosa consiste esattamente il progetto? «Ai nostri workshop prendono parte persone accomunate dal desiderio di approfondire i vari temi proposti che spaziano tra Bandworkshop, Songwriting, DJing, Beatmaking, Recording e altri temi più specifici», ci ha spiegato Francesca Lago, coach ticinese.

«Ognuno arriva con il proprio bagaglio di esperienze: c’è chi muove i primi passi e chi invece è più esperto sul tema ed è in cerca di nuovi input. Il clima di fiducia che HelvetiaRock si impegna a creare, favorisce lo scambio tra le partecipanti e permette a ognuno di trovare ‘il suo’, ciò che serve in quel momento».

Danielle Liniger

Ogni workshop ha le sue specificità, alcuni durano solo qualche ora, altri più giorni, altri ancora si estendono su più mesi. «Ciò che accomuna le offerte di Helvetiarockt è l’impegno che mettiamo nel creare un buon clima di lavoro. Ci prendiamo il tempo per conoscerci e illustrare gli obiettivi alternando il lavoro di gruppo con sezioni individuali». Il canale della comunicazione è sempre aperto. «I feedback delle partecipanti per noi sono l'aspetto più importante. Da parte nostra siamo sempre molto flessibili e ci adattiamo man mano alla situazione. Siamo sempre pronte a metterci in discussione».

Una scuola di musica e di vita
Accompagnare le giovani artiste diventa quindi una vocazione. «È importante per noi perché ci rivolgiamo a persone in età evolutiva e a giovani adulte. Sono anni di grandi cambiamenti», continua Francesca. «Viene offerto uno spazio di totale apertura nella quale ognuno può sperimentare e, magari, conoscere qualcosa di inatteso di sé». Una scuola di vita che accompagna le ragazze in un percorso di evoluzione artistica e personale.

Tra i coach e gli artisti si crea con il tempo un legame di fiducia e di reciproca stima. «Fare musica stando bene con sé stessi è qualcosa di molto prezioso. È sempre bellissimo vedere come una persona possa sbocciare e dare il meglio di sé quando si sente a proprio agio. Tra le soddisfazioni più grandi c’è il poter favorire la scoperta del proprio potenziale superando paure e insicurezze a volte davvero debilitanti», ha concluso Francesca.

Danielle Liniger

Oltre alle lezioni, questi incontri offrono la possibilità di creare una rete di contatti nel settore. Un aspetto essenziale per farsi conoscere. «Il networking è importante dal punto di vista professionale, ma anche per rafforzarsi a vicenda, scambiare idee, imparare gli uni dagli altri e trovare nuove persone per progetti futuri», ci ha invece spiegato Muriel Rhyner, regional manager per il Ticino. Un centro nevralgico in cui «cerchiamo di rafforzare la comunità locale per poi metterla in rete con il resto della Svizzera». In conclusione al progetto tutte le sezioni svizzere si ritroveranno a Berna per un concerto in comune.

Tra stereotipi e muri da abbattere
Non è facile definire con precisione le ragioni per le quali i palchi ticinesi e svizzeri soffrono di una penuria di donne. Le cause sono sicuramente molteplici. «Dipende molto da regione a regione. In alcune aree della Svizzera ci sono più possibilità per le ragazze e in altre meno», ci ha spiegato Yeelen Kamanda, coach ticinese che si occupa dei corsi di bandworkshop. «Personalmente trovo che a fare la differenza siano tante piccole cose. Posso fare alcuni esempi. Oltre all'attività di coach suono in una band di sole ragazze e ogni tanto subiamo degli atteggiamenti e degli approcci negativi verso di noi. Ogni tanto non veniamo prese sul serio». Piccolezze che fanno però la differenza. 

Danielle Liniger

Yeelen è convinta inoltre che le figure femminili sono troppo spesso stereotipate. «Ci vorrebbero più esempi femminili che possano racchiudere diversi tipi di modello. Per esempio, nel caso del band workshop, si dà la possibilità alle ragazze di far parte di una band che poi può esprimersi in diversi generi. La mia band suona musica rock. Non è esattamente quello che la gente si aspetta. Non siamo maschiacci solo perché suoniamo strumenti come la batteria o la chitarra».

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