In My Defense, il nuovo disco della rapper australiana, è povero di idee e non convince
LOS ANGELES - Dopo due tour cancellati, qualche scivolone mediatico e i dissapori che l’hanno portata a tagliare i ponti con la Island Records nell’autunno dello scorso anno, abbracciando la via indipendente, Iggy Azalea è finalmente tornata sulla scena con il suo nuovo In My Defense.
In cinque anni - quasi un’era geologica all’interno del moderno “fast-food” musicale - molte cose sono però cambiate e così la rapper oceanica si è ritrovata costretta ad una rincorsa tutta in salita. Il suo ritorno ufficiale però difficilmente riuscirà ad impensierire la concorrenza, sempre più agguerrita, di colleghe come Cardi B, Nicki Minaj, Megan Thee Stallion e le altre pretendenti all’ambito ruolo di “first lady” dell’Hip Hop.
Iggy gioca molto sulla difensiva senza mai prendersi alcun rischio. E anzi ricicla le (poche) idee già presenti sul vecchio quaderno, accontentandosi di fare il compitino, incurante del voto finale.
Insomma, cinque anni dopo la rapper sembra avere molto poco da dire. In My Defense avrebbe dovuto essere il suo biglietto di prima classe per rientrare in gioco. Rischia invece di essere solo un fantozziano appendersi al volo alla porta del bus, sperando di non cadere durante la corsa.