E che ci fa restare al nostro posto, anche se non ci piace. Tutta colpa dell'incertezza economica, l'esperto: «La maggiorparte ha smesso anche di guardarsi in giro»
NEW YORK - C'è chi vede il mondo del lavoro come una corsa, una scalata fatta di sperimentazioni, azzardi, imprevisti ma anche di gratificazioni.
Ecco, stando a un recente sondaggio di Workforce Logiq pubblicato dal magazine economico Fortune, almeno al giorno d'oggi la pensa così solo una sparutissima minoranza.
Fra i 1'720 intervistati in aziende appartenenti a diversi settori il 72% ha dichiarato di voler restare al suo attuale posto, anche se non gli piace particolarmente. Il motivo? Il sentimento d'incertezza e la preoccupazione di una recessione imminente che potrebbe arrivare più prima che poi.
«Ci aspettavamo ben altri risultati, più dinamismo e voglia di rischiare», spiega il responsabile dello studio, «la maggior parte (75%) degli impiegati, anche quelli scontenti, non si starebbe nemmeno guardando in giro per un nuovo lavoro».
Già perché «sanno che potrebbero guadagnare di più ma si preoccupano dei costi legati alla disoccupazione e all'incertezza». Per questo le aziende interessate ad assumere «più che puntare sulla questione economica, dovrebbero evidenziare i piani e la sicurezza sul lungo termine».