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ITALIAIl boss Francesco Schiavone "Sandokan" si è pentito

29.03.24 - 11:01
Il leader del clan dei casalesi si pente dopo 26 anni di carcere duro. La famiglia si dissocia e rifiuta il programma di protezione.
AFP/MARIO LAPORTA
Fonte red
Il boss Francesco Schiavone "Sandokan" si è pentito
Il leader del clan dei casalesi si pente dopo 26 anni di carcere duro. La famiglia si dissocia e rifiuta il programma di protezione.

CASERTA - Era uno degli ultimi irriducibili della camorra casalese, custode di importanti segreti, ma dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime del carcere duro, Francesco Schiavone, noto come Sandokan, capo indiscusso del clan dei Casalesi, ha deciso di collaborare con la giustizia.

Lo riporta l'edizione cartacea del quotidiano "Cronache di Caserta". In questi giorni le forze dell'ordine, a quanto si apprende, si sono recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan, tra cui il figlio Ivahnoe, di entrare nel programma di protezione, a conferma della volontà di Sandokan di collaborare con la Dda di Napoli.  L'avvio del percorso di collaborazione da parte di Francesco Schiavone, soprannominato 'Sandokan', viene confermato dalla Direzione nazionale Antimafia. Secondo quanto si apprende la decisione sarebbe maturata nelle ultime settimane, durante le quali la Dna e la Dda di Napoli hanno svolto un lavoro con la massima discrezione.    Schiavone è stato arrestato nel luglio del 1998 e da allora è recluso al regime del 41 bis. Anche due suoi figli, Nicola e Walter, hanno avviato alcuni anni fa lo stesso percorso ora intrapreso dal padre.

Tuttavia i familiari hanno preso le distanze dalla sua decisione e non hanno aderito al programma di protezione previsto per i parenti dei collaboratori di giustizia. 

L'arresto - Venne catturato nel 1998 in un bunker segreto realizzato nell'abitazione a Casal di Principe dove viveva con la famiglia. Iniziò la carriera mafiosa da giovanissimo quando ancora minorenne, fu autista dei boss Umberto Ammaturo e autista e di Antonio Bardellino.

Le prime reazioni - Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, paese dove nacque il boss, a La Presse ha detto di esserne contento. «Spero che possa fare luce su un periodo oscuro della nostra storia, ma anche a farci individuare quegli angoli ancora nascosti che possano rappresentare un pericolo futuro per la nostra gente, per la nostra economia e nostre Istituzioni». Gioa anche da parte di Mariano Di Palma, referente di Libera Campania (associazione contro la lotta alle mafie). «Ci auguriamo che il signor Schiavone aiuti, attraverso il suo pentimento, a far luce sui tanti misteri segreti che avvolgono il territorio casertano e gli affari che i Casalesi hanno storicamente intrattenuto anche in giro per l'Italia».

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