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ISRAELE - HAMASIl fuoco israeliano impedisce i soccorsi

07.12.23 - 15:55
«La popolazione di Gaza sta vivendo un tremendo incubo»: l'allarme lanciato da Oxfam dopo due mesi di guerra.
AFP
Fonte ATS ANS
Il fuoco israeliano impedisce i soccorsi
«La popolazione di Gaza sta vivendo un tremendo incubo»: l'allarme lanciato da Oxfam dopo due mesi di guerra.

GAZA - L'attacco israeliano in corso nel sud di Gaza, che sta causando distruzione e immani sofferenze per i civili, al momento è di tale portata da rendere impossibile qualsiasi risposta umanitaria in tutta la Striscia. È l'allarme lanciato da Oxfam a 2 mesi esatti dall'inizio della crisi.

«La popolazione di Gaza sta vivendo un tremendo incubo, mentre la comunità internazionale resta a guardare senza far nulla. - ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia -. Il fallimento nel costruire le condizioni per un cessate il fuoco, che rappresenta l'unica soluzione umanitaria possibile, è sotto gli occhi di tutti».

«Molti Paesi di fatto si stanno rendendo complici del massacro di civili, degli sfollamenti forzati e delle atroci sofferenze che stanno vivendo 2 milioni di persone in trappola. Un intero popolo in questo momento è costretto a spostarsi continuamente nel tentativo di raggiungere le zone designate da Israele, sia nel nord che nel sud della Striscia».

I racconti degli operatori di Oxfam da Gaza sono drammatici: bambini che temono di rimanere orfani ad ogni nuovo spostamento; sono quasi completamente esauriti i beni di prima necessità come cibo, acqua e carburante.

«Stiamo vivendo una situazione che nessuno a Gaza aveva mai affrontato - racconta un operatore di un'associazione partner di Oxfam -. Ovunque ci sono sfollati, feriti, persone che dormono per strada, in questo momento è quasi impossibile distribuire gli aiuti perché non c'è un posto sicuro a Gaza. Ogni zona può essere pericolosa, ogni luogo può essere bombardato in qualsiasi momento».

Praticamente gli aiuti non stanno più entrando nella Striscia e qualsiasi cosa di cui Israele consenta l'ingresso è una goccia nel mare e soprattutto non può essere distribuita in modo sicuro ai civili costretti a fuggire per salvarsi la vita.

«Vi è ormai una condizione di caos che ha travolto il sistema umanitario internazionale, mentre il conflitto minaccia il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, come dimostra la decisione del segretario ONU Antonio Guterres di invocare l'articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, con l'obiettivo che il Consiglio di Sicurezza dichiari un cessate il fuoco umanitario. Cosa che non succedeva da decenni», continua Pezzati.

«La punizione collettiva che Israele sta infliggendo ai civili è tale che i nostri Governi non possono giocarsi neanche la carta dell'invio di aiuti. Le cosiddette zone sicure decise da Israele all'interno di Gaza sono un miraggio perché non sono protette, concordate o rifornite di beni di prima necessità e in molti casi sono inaccessibili. Temiamo davvero che masse di persone terrorizzate siano costrette a uscire da Gaza con il pretesto della 'sicurezza'. Questo porrebbe il sistema umanitario di fronte a un dilemma impossibile: aiutare i civili o essere complice della loro deportazione forzata».

«Il paradosso è che la distruzione di Gaza sta spazzando via ogni possibilità di reale sicurezza sia per i palestinesi che per gli israeliani - conclude Pezzati -. Gaza ha bisogno di un immediato cessate il fuoco e le organizzazioni umanitarie hanno bisogno di un accesso sicuro alla Striscia per aiutare la popolazione e salvare vite».

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