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ITALIAParlano i genitori di Filippo: «Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne»

22.11.23 - 10:11
Papà Nicola e mamma Elisabetta rompono il silenzio: «Non ci hanno fatto ancora parlare con lui». Ok all'estradizione.
Facebook/annuncio di scomparsa
Fonte Corriere della Sera
Parlano i genitori di Filippo: «Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne»
Papà Nicola e mamma Elisabetta rompono il silenzio: «Non ci hanno fatto ancora parlare con lui». Ok all'estradizione.

VENEZIA - «Dove abbiamo sbagliato?». Se lo chiedono i genitori di Filippo Turetta, il presunto killer di Giulia Cecchettin, che si trova in carcere in Germania, in attesa dell'estradizione in Italia, che è ora cosa certa, visto che è stata riconfermata con decreto questa mattina (mercoledì 22 novembre) dalla Corte Suprema di Naumburg, in vista della prossima «consegna alle autorità italiane».

Con gli sguardi persi, travolti dal dolore («proviamo un immenso dolore per la povera Giulia») e stretti nella morsa della pressione mediatica, che vuole capire chi veramente sia l'ex fidanzato di Giulia, papà Nicola e mamma Elisabetta ieri hanno chiesto conforto al parroco della chiesa, che si trova vicino casa. 

«Non siamo talebani». È la prima affermazione che, raccolta durante il tragitto tra la parrocchia e la loro abitazione, esce dalle labbra del padre di Filippo, che poi aggiunge: «Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne. Ho il massimo rispetto di mia moglie e in casa abbiamo sempre condannato apertamente ogni tipo di violenza di genere».

«Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati».
Parole di risposta alla dichiarazione resa giorni fa da Elena, la sorella della vittima, che aveva parlato del femminicidio e di chi lo commette come «figli sani del patriarcato e della cultura dello stupro». Accusa prontamente respinta dai Turetta: «Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio».

Si discute sui rapporti madre figlio. Giorni fa sulle reti televisive italiane, Simonetta Matone, ex magistrata, aveva parlato di «madri non normali» dietro componenti così efferati perpetrati da «figli italici». Dichiarazione che ha suscitato polemiche.
«Cosa doveva fare mia moglie? - continua Nicola Turetta riferendosi al ruolo di mamma esercitato da sua moglie - Non stirargli la tuta quando doveva andare a pallavolo? Non preparagli la cotoletta quando tornava? Ha fatto quello che fanno tutte la mamme».

«Qualcosa nel suo cervello non ha più funzionato».
Si arriva poi alla domanda fatidica, cioè cosa sia potuto accadere a Filippo per arrivare a tanto orrore. Le risposte sono che «gli è scoppiata qualche vena in testa» e che «qualcosa nel suo cervello non ha più funzionato».

Da sabato 11 novembre i genitori non hanno più sentito Filippo, nemmeno ora che è in carcere: «Non ci hanno fatto ancora parlare con lui», «se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania».

Infine il pensiero va all'altro loro figlio (per lui «non è facile, soffre molto») e per la famiglia di Giulia: «Pensiamo continuamente a lei».

Una perizia psichiatrica per Filippo.
Infine si registra oggi un nuovo intervento del legale, in vista del procedimento giudiziario. «Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo». Lo ha detto ad AdnKronos l'avvocato d'ufficio di Filippo Turetta. 

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