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STATI UNITILe 100 candeline di Kissinger, il Machiavelli d'America

27.05.23 - 08:00
Statista o criminale? Henry Kissinger, autore della celebre frase «il potere è il massimo afrodisiaco» compie cento anni.
AFP
Fonte ATS ANS
Le 100 candeline di Kissinger, il Machiavelli d'America
Statista o criminale? Henry Kissinger, autore della celebre frase «il potere è il massimo afrodisiaco» compie cento anni.

NEW YORK - Ha finito due libri dallo scoppio del Covid e cominciato a lavorare a un terzo. La scorsa settimana è rientrato dalla Bilderberg Conference di Lisbona in tempo per imbarcarsi per le celebrazioni che lo porteranno da New York a Londra e alla città natale di Fürth, in Baviera. Henry Kissinger, autore della celebre frase «il potere è il massimo afrodisiaco» compie cento anni.

Statista o criminale? La legacy del machiavellico ex segretario di Stato continua a essere discussa tra chi lo considera un genio diplomatico e chi un genio del male. Astuto manipolatore e tuttora influente, per l'ex quindicenne ebreo in fuga dall'Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale, il mondo è un gigantesco puzzle in cui ogni pezzo gioca un ruolo importante e distinto verso un unico fine: gli Usa come superpotenza mondiale anche al prezzo di interventi di realpolitik sullo scacchiere mondiale giudicati da molti brutali e illegittimi, come il bombardamento e l'invasione della Cambogia e il sostegno al colpo di Stato di Augusto Pinochet in Cile del 1973 che defenestrò Salvador Allende.

Per il politologo Robert Kaplan, Kissinger è stato il più grande statista bismarckiano del Ventesimo Secolo. Con un occhio attento anche sull'Italia, di cui Kissinger, amico intimo di Gianni Agnelli, apprezzava il ruolo nel Patto atlantico pur avendo il Partito comunista più potente d'Occidente.

Oggi, sul Washington Post, il figlio David, interrogandosi sulla eccezionale vitalità fisica e mentale di un uomo che ha seppellito ammiratori e detrattori a dispetto di una dieta a base di bratwurst e Wiener schnitzel, ne ha individuato la ricetta nell'inesauribile curiosità paterna per le sfide esistenziali del momento: dalla minaccia delle atomiche negli anni '50 all'intelligenza artificiale su cui due anni fa ha scritto il penultimo libro, 'The Age of AI: and Our Human Future', a cui ha fatto seguito 'Leadership: Six Studies in World Strategy'.

Da bambino, si diceva, era troppo timido per parlare in pubblico. Straniero nella nuova patria dopo la fuga dalla Germania nel 1938, Heinz divenne Henry e imparò a esprimersi in perfetto inglese conservando sempre l'accento tedesco. Si fece largo prima a Harvard, poi a Washington, fino a raggiungere, complice Nelson Rockefeller, il tetto del mondo al servizio di due presidenti: Richard Nixon e, dopo il Watergate, Gerald Ford. Kissinger concentrò nelle sue mani ogni negoziato rendendo superfluo il lavoro della rete diplomatica: dalla prima distensione verso l'Urss al disgelo con la Cina, culminato nel viaggio di Nixon a Pechino. Gli accordi di Parigi per il cessate il fuoco in Vietnam dopo quasi 60 mila morti Usa gli valsero un controverso Premio Nobel per la Pace: due giurati si dimisero per protesta.

Kissinger fu di fatto un presidente ombra, anche se la scrivania dell'Ufficio Ovale restò sempre per lui un miraggio impossibile per il fatto di non essere nato negli Usa. La sconfitta di Ford e l'elezione del democratico Jimmy Carter segnarono la fine della sua carriera pubblica, non dell'impegno in politica estera attraverso gruppi come la Trilaterale. Dopo aver lasciato il governo nel 1977, Kissinger fondò il celebre studio di consulenza Kissinger Associates, attraverso la cui porta girevole passarono ministri e sottosegretari e i cui clienti erano governi mondiali grandi e piccoli.

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COMMENTI
 

Nikko 11 mesi fa su tio
Per tutto quello che ha combinato, il Nobel per la pace è un insulto a tutte le vittime che ha causato… ridicolo e assolutamente paradossale… completamente snaturato…

Tirasass 11 mesi fa su tio
Uomo molto intelligente, ma molto colpevole in tanti movimenti antidemocratici. Alle spalle tragedie
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