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TERREMOTO IN TURCHIA E SIRIATerremoto e guerra civile, il dramma siriano e gli aiuti che non arrivano

08.02.23 - 13:57
La complessità del conflitto tra i ribelli e il governo di Bashar al-Assad sta ostacolando l'azione umanitaria dopo la catastrofe di lunedì.
Reuters
Terremoto e guerra civile, il dramma siriano e gli aiuti che non arrivano
La complessità del conflitto tra i ribelli e il governo di Bashar al-Assad sta ostacolando l'azione umanitaria dopo la catastrofe di lunedì.

DAMASCO - Unione Europea, Stati Uniti, Paesi arabi e Russia, la solidarietà internazionale si è mobilitata immediatamente a sostegno della Turchia. Squadre di salvataggio, materiale sanitario, cani ricerca persone, provenienti da settanta Paesi di tutto il mondo sono giunti a Istanbul poche ore dopo il dramma. Una corsa contro il tempo per salvare più vite possibili. 

Freddo, neve e la guerra civile - In Siria invece è il caos. Nel nord ovest del Paese, devastato dalle continue scosse di assestamento, gli aiuti umanitari fanno fatica ad arrivare. La guerra civile che dal 2011 sta distruggendo il paese, le sanzioni dell’Occidente, oltre alle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime di Bashar al-Assad, stanno ostacolando i soccorsi. Un dramma senza fine che si somma a una tragedia in corso da anni.  

«Aiutiamo il popolo siriano, ma non il regime di Assad», ha affermato durante la notte il segretario di Stato Antony Blinken. «Siamo impegnati a fornire assistenza per aiutare la popolazione siriana a riprendersi da questa catastrofe, così come siamo stati il loro principale donatore umanitario dall’inizio della guerra in Siria», ha sottolineato il funzionario della Casa Bianca aggiungendo che verranno inviate nel nord-ovest del Paese.

Gli Stati Uniti e le sanzioni contro la Siria - Washington formalmente non riconosce il governo centrale di Damasco. Nelle zone sotto controllo del governo di Damasco il bilancio è 2'662 morti secondo il ministro della Salute. Ma nel nord della Siria, è probabile che il bilancio delle vittime aumenti drasticamente nei prossimi giorni. Centinaia di famiglie si trovano ancora sotto le macerie e molte città non sono arrivate squadre di soccorso. Secondo Stephen Allen, direttore dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, le aree maggiormente colpite dal terremoto si trovano al di fuori del controllo del regime di al-Assad.

Il dramma siriano - Le Nazioni Unite hanno ricordato che già prima del terremoto circa il 70% della popolazione siriana necessitava di assistenza umanitaria. «Questa tragedia avrà un impatto devastante su molte famiglie vulnerabili che lottano quotidianamente per sopravvivere».

Di fronte ai ritardi degli aiuti umanitari nel nord della Siria, le Nazioni Unite hanno chiesto una soluzione. «Questa è un'opportunità per mettere da parte la politica e concentrarsi su ciò che è urgentemente necessario per aiutare gli uomini, le donne e i bambini le cui vite sono state sconvolte». Sarà possibile? 

La posizione del regime di al-Assad - Martedì l'ambasciatore siriano alle Nazioni Unite Bassam Sabbagh ha ribadito che gli aiuti umanitari dovrebbero fluire all'interno della Siria attraverso le aree controllate dal governo. Ulteriori valichi di frontiera dalle aree ribelli verso la Turchia non dovrebbero essere autorizzati. Un’affermazione che ha scatenato l'indignazione di molti governi occidentali che accusano il regime siriano di utilizzare la tragedia a suo vantaggio.

Un primo importante passo è stato annunciato oggi: i valichi di frontiera Bab as Salama, Bab al Rai e Bab al Hawa tra Turchia e Siria. Bab al Hawa è l'unico valico dove, secondo l'Onu, possono passare gli aiuti dalla Turchia alla Siria. Un barlume di speranza per la popolazione siriana.

Quasi 300mila sfollati - Più di 298'000 persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto: lo hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all'epicentro del terremoto di lunedì. (fonte ats)

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COMMENTI
 

medioman 1 anno fa su tio
La gente non c’entra niente

Adegheiz 1 anno fa su tio
Ipocrisia occiden
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