Cerca e trova immobili

ITALIACorpo senza vita nel fiume: «Qualcuno lo ha spinto a farlo»

27.04.22 - 22:00
Fa discutere il caso di un 15enne ritrovato esanime nel Brenta. Da chi sostiene fosse depresso a chi che fosse nei guai
Vigili del fuoco
Corpo senza vita nel fiume: «Qualcuno lo ha spinto a farlo»
Fa discutere il caso di un 15enne ritrovato esanime nel Brenta. Da chi sostiene fosse depresso a chi che fosse nei guai

PADOVA - Un omicidio. Un suicidio. Forse entrambe le cose. In Italia sta facendo discutere il caso di un 15enne scomparso il 21 aprile e ritrovato cinque giorni dopo senza vita nel fiume Brenta. Sul suo corpo non c'è segno di violenza, ma il contenuto dell'ultimo messaggio inviato dal suo cellulare fa pensare agli inquirenti che forse qualcosa di violento c'è stato. Un'ipotesi accolta dalla famiglia, ma che non convince un amico particolarmente vicino alla vittima.

Il 21 aprile un ragazzo di origini marocchine non è tornato a casa. Il 26 è stato ritrovato il suo cellulare, sull'argine del fiume Brenta. Infine, poche ore dopo, a sette metri di profondità, è stato ripescato il suo corpo. Sin dall'inizio delle ricerche del 15enne aveva inquietato l'ultimo messaggio vocale lasciato alla ex fidanzata in cui affermava di avere «delle questioni in sospeso con alcune persone» e ammetteva che forse sarebbe morto. «E se non muoio, avrò delle ferite gravi».

 Sul corpo del ragazzo non sono state trovate tracce di violenza e apparentemente è morto per annegamento, ma le sue ultime parole hanno portato gli inquirenti ad aprire un fascicolo per istigazione al suicidio. Un'ipotesi d'indagine che convince la famiglia. La madre ha dichiarato al Corriere della Sera che il figlio «non si sarebbe mai ucciso. È stato spinto a farlo da qualcuno»

A settembre 2021 nello stesso punto in cui il 15enne si sarebbe gettato, era stato rinvenuto il cadavere di un ragazzo di 18 anni, scomparso da alcuni giorni da casa. Anche in questo caso, la famiglia non crede al suicidio, ma sostiene che ci siano delle persone che lo abbiano portato a compiere il gesto estremo.

Non è dello stesso avviso un amico del 15enne rinvenuto nel fiume Brenta ieri che a Padovaoggi ha confidato che fosse «molto depresso» e che «per attirare l'attenzione, forse si è inventato la storia che fosse in pericolo». «Aveva messo una distanza tra lui e tutti, questa è la verità. Ma non perché si fosse messo in chi lo sa che guaio, ma per un dolore che si portava dentro».

E in merito al coinvolgimento di una possibile baby gang che lo avrebbe istigato al suicidio, il ragazzo aggiunge che «è una scorciatoia semplice che volete trovare voi adulti per dare un senso a qualcosa che non si può spiegare».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE