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STATI UNITIGiudice Jackson: «Mai favorito i pedofili»

22.03.22 - 17:01
Il senatore repubblicano Josh Hawley ha accusato su Twitter Ketanji Brown di aver chiuso un occhio su diversi casi
keystone-sda.ch / STF (Andrew Harnik)
Fonte Ats ans
Giudice Jackson: «Mai favorito i pedofili»
Il senatore repubblicano Josh Hawley ha accusato su Twitter Ketanji Brown di aver chiuso un occhio su diversi casi

WASHINGTON - Le accuse di aver favorito imputati tacciati di pedofilia e pedopornografia «non potrebbero essere più lontane dalla verità». Lo ha detto la candidata alla Corte Suprema americana Ketanji Brown Jackson durante l'audizione alla Commissione del Senato che la deve confermare. La giudice ha risposto alle accuse su Twitter del senatore repubblicano Josh Hawley.

«Come madre e giudice che ha dovuto affrontare questi casi niente potrebbe essere più lontano dalla verità», ha detto la Jackson a proposito degli attacchi repubblicani. «Questi sono alcuni dei casi più difficili che un giudice debba affrontare perché bisogna avere a che fare con immagini di abusi sessuali su minori», ha proseguito spiegando che le sentenze si basano su delle linee guida e sulle leggi federali stabilite dal Congresso.

Definendo i crimini di pedofilia e pedopornografia «disgustosi», la 51enne ha poi raccontato ai senatori quello che dice a «un imputato per questi crimini quando lo guardo negli occhi mentre sta piangendo perché gli ho appena dato una condanna significativa». «Quello che gli dico è: "Sai che c'è qualcuno che mi ha scritto e che mi ha detto che soffre di agorafobia? Non può uscire di casa perché pensa che tutti quelli che incontra l'avranno vista, avranno visto le sue foto su Internet. Quelle foto saranno lì per sempre"». 

La giudice ha infine ricordato che per questi crimini era solita chiedere, oltre al carcere, anche «20, 30, 40 anni di supervisione» e che i trasgressori «non possano usare i computer per decenni». Jackson si è occupata della difesa di quattro detenuti di Guantanamo mentre prestava servizio come avvocato d'ufficio. Secondo Hawley, che ha definito «preoccupante» questo suo incarico, la 51enne ha poi voluto continuare a difendere i prigionieri anche una volta trasferitasi in uno studio privato. In merito a questo ha spiegato che «tutte le persone accusate di un crimine hanno diritto alla difesa». Inoltre, «gli avvocati di ufficio non scelgono i loro clienti».

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