La società dovrebbe adeguarsi al ritmo del sole, spiega l’autore dello studio.
Un’analisi dell’Empa ha rivelato che la produzione di accumulatori di elettricità minaccia il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Per molti, lo sfruttamento dell’energia solare va di pari passo con l’installazione di accumulatori di elettricità. Spesso la corrente è più necessaria quando la luce solare è scarsa o assente: di notte o in inverno. Se vogliamo sfruttare al meglio l’energia solare, l’elettricità ottenuta deve quindi essere immagazzinata da qualche parte. Questo ci aiuterà a raggiungere per tempo gli obiettivi climatici. O almeno così credevamo.
Si tratta infatti di una falsa credenza, come dimostrato da uno studio dell’istituto di ricerca Empa. Harald Desing, uno degli autori dell’analisi, ha calcolato l’impatto degli accumulatori di elettricità sul raggiungimento degli obiettivi climatici.
Con gli accumulatori sarà impossibile raggiungere gli obiettivi
I risultati sono sconfortanti: gli accumulatori non contribuiscono a raggiungere in modo più rapido la neutralità climatica. Al contrario: la costruzione e la messa in funzione di accumulatori a batteria, centrali ad accumulazione con impianto di pompaggio e impianti per la produzione di carburanti sintetici e idrogeno necessitano di così tanta energia fossile supplementare che molto probabilmente non permetteranno di raggiungere l’obiettivo di limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2050. Conclusione: meno accumulatori utilizziamo, più velocemente potremo rinunciare all’uso delle energie fossili.
Ma se gli accumulatori non sono la soluzione, allora come possiamo fare? Harald Desing si esprime a favore di una riorganizzazione totale dell’economia e della società verso una «Sunflower Society». Questa «società-girasole» adatta il proprio consumo di elettricità a seconda della disponibilità di energia solare.
L’idea: quando c’è tanta elettricità disponibile, questa verrà sfruttata al massimo nei processi di produzione. Ad esempio, verranno prodotti materiali di isolamento per gli edifici che permetteranno di trattenere il calore all’interno durante l’inverno. In questo modo, il riscaldamento durante l’inverno necessiterà di meno energia o non sarà addirittura necessario. Quando invece il sole non splende, la produzione si arresta.
Flessibilizzazione della società
Lo stesso principio varrebbe per tutti i consumatori: per il traffico, per le istituzioni pubbliche e per le famiglie. «Dovremmo ad esempio adattare i nostri spostamenti alla disponibilità di energia», spiega. I biglietti per gli spostamenti durante il giorno potrebbero essere più convenienti di quelli durante la notte.
È necessaria una maggiore flessibilità della società a tutti i livelli. Desing cita ad esempio le Filippine dove la vita segue il ritmo del sole e l’attività inizia all’alba, alle sei del mattino, per terminare al tramonto. «La necessità di adattamento è urgente soprattutto nei Paesi del Nord del mondo in cui siamo abituati ad avere una grande disponibilità di energia a qualsiasi ora del giorno e della notte», spiega.
Per l’attuazione sono necessari incentivi di regolamentazione e un controllo sui costi. «L’elettricità deve essere molto, molto più costosa durante la notte», spiega. A causa dei prezzi elevati dell’elettricità della rete pubblica, possiamo vedere già oggi i primi segni di cambiamento. I possessori di un impianto solare adattano il loro consumo di elettricità grazie a un’app. Desing: «Anche le imprese si orientano verso la disponibilità della propria energia solare.»
Desing sa bene che non è possibile attuare in modo rapido cambiamenti radicali nella società. Tuttavia: «cose che fino a ieri sembravano irrealistiche sono invece possibili al giorno d’oggi», spiega. Anche questa svolta potrebbe quindi avvenire in modo fulmineo.