Cerca e trova immobili

CANTONE«Sottoponeva le bambine a pratiche squallide per soddisfare i suoi desideri sessuali»

27.07.23 - 12:00
Il 68enne alla sbarra per abusi sessuali su sei minori «nega l'evidenza e dà spiegazioni ridicole». Lo afferma l'accusa.
Tipress (simbolica)
«Sottoponeva le bambine a pratiche squallide per soddisfare i suoi desideri sessuali»
Il 68enne alla sbarra per abusi sessuali su sei minori «nega l'evidenza e dà spiegazioni ridicole». Lo afferma l'accusa.

LUGANO - «I chakra e i blocchi energetici che doveva stimolare l'imputato si trovavano, guarda caso, sempre e solo nelle parti intime delle sue vittime». È quanto evidenzia la procuratrice pubblica Valentina Tuoni nel secondo giorno del processo che vede alla sbarra un 68enne del Luganese accusato di aver abusato sessualmente di sei minorenni di età compresa tra i sei e i 15 anni. 

L'uomo, sottolinea Tuoni, «si dipinge come il salvatore dei suoi piccoli allievi, un benefattore. E ha definito i genitori "degli ingrati"». Ma se pensava davvero che le sue azioni fossero terapeutiche perché non ha collaborato con le autorità in corso d'inchiesta?, chiede la procuratrice alla Corte. «Perché sapeva di aver ingannato i genitori e che le parti intime non si toccano». 

«Si definiva un medico» - I fermo immagine dei video girati dal 68enne e trovati nel suo computer «mostrano toccamenti, penetrazioni con le dita e l'utilizzo di vibratori. Nonostante ciò l'imputato continua a negare l'evidenza e a dare spiegazioni francamente ridicole», continua Tuoni. Per raggirare i genitori l'ex istruttore di yoga «si definiva inoltre un medico e un terapeuta, pubblicava sul suo sito internet referenze di studi universitari e diceva di avere un passato da maestro».

Le vittime erano poste in una situazione di costrizione, evidenzia l'accusa, che spinge perché venga confermata la ripetuta coazione sessuale. «Non erano in grado di reagire perché quando chiudevano le gambe o si agitavano lui diceva loro: "Fai la brava, stai ferma, così non posso lavorare". Quando si creavano situazioni di disagio le rassicurava e diceva loro che non c'era nulla di male». 

L'unica verità - L'imputato non può essere creduto, rimarca Tuoni, ad eccezione che per quella frase restituita a verbale, poi prontamente ritrattata, definita dalla procuratrice «un lampo, un flash» in un mare di bugie: «È vero che potrei avere problemi di natura sessuale nei confronti di bambini. Faccio fatica ad ammetterlo anche a me stesso e per questo chiedo aiuto».

Toccamenti sistematici - Il massaggio armonico, come lo definisce il 68enne, «non era che un toccamento sistematico dell'intimità delle ragazzine», rincara la dose l'avvocato Maria Galliani, rappresentante delle accusatrici private. L'uomo «sfruttava questa immagine di terapeuta alternativo abusando della buona fede dei genitori e costringendo ragazzine a sottoporsi a squallide pratiche. Tutto ciò per toccare loro i seni, la vagina e per soddisfare in definitiva i suoi desideri di pura natura sessuale». Utilizzava «la sala separata, la nudità delle bambine e l'esecuzione del massaggio, che gli dava un vantaggio a livello fisico, per creare impotenza nella vittima, che andava in freezing», conclude Galliani.

«Nessuna scusa» - L'ex maestro di yoga «è assolutamente e fermamente convinto di quello che sta dicendo. Non sta inventando delle scuse o mentendo per dare una giustificazione ai comportamenti che gli sono rimproverati». Lo sostiene l'avvocato difensore Stefano Pizzola. «L'esistenza e le modalità del massaggio armonico», aggiunge, «sono state descritte fin dal primo interrogatorio e l'imputato, in questo senso, non si è mai nascosto». 

«Le modalità comunicative utilizzate con i genitori sono state pessime, è vero, ma questo non può bastare per una condanna», continua la difesa. 

«Il suo agire è riconducibile a una terapia» - Ma davvero si è trattato di terapia? «Che alcuni dei massaggi abbiano portato a dei risultati, secondo quanto riferito da dei genitori e delle ragazzine, è innegabile. Inoltre queste pratiche si fondano su basi esistenti e concrete», afferma Pizzola, chiedendo che l'uomo venga prosciolto dai reati di coazione sessuale e atti sessuali con fanciulli «poiché il suo agire era riconducibile a una precisa terapia».

Per quanto concerne inoltre il reato di pornografia, «tra le foto, che sono dei fermi immagine scelti dal computer, c'erano molti doppioni. Alcune vanno inoltre depennate perché una bambina nuda in posa non particolarmente erotica non è qualificabile come pornografia». Il numero di file pedopornografici scenderebbe così «da 94 a 16».

«Ho dato questo aiuto in tutta onestà e senza secondi fini, tantomeno sessuali», dichiara alla fine del dibattimento il 68enne. La sentenza su una sua eventuale colpevolezza, senza però alcuna commisurazione della pena, verrà annunciata alle 16.30 odierne.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE