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La commozione (e la preoccupazione) della comunità afgana

LUGANOLa commozione (e la preoccupazione) della comunità afgana

15.07.23 - 18:23
Un centinaio i presenti al momento di raccoglimento in memoria del 20enne che si è tolto la vita nei giorni scorsi a Cadro
Ti-press (Francesca Agosta)
La commozione (e la preoccupazione) della comunità afgana
Un centinaio i presenti al momento di raccoglimento in memoria del 20enne che si è tolto la vita nei giorni scorsi a Cadro

LUGANO - La comunità afgana in Ticino si è raccolta sabato presso il Centro Cittadella di Lugano per ricordare Arash, il 20enne che si è tolto la vita nei giorni scorsi all'interno del centro per richiedenti l'asilo di Cadro.

Una tragedia che ha scosso la comunità nel profondo. «Da quando ho sentito la notizia non riesco più a dormire; ho mille pensieri: era un ragazzo giovane, aveva la mia età», spiega un amico del giovane alla Rsi. Un altro aggiunge: «Non riuscivo a crederci: scappiamo dalla guerra per arrivare qui e poter costruire il nostro futuro la nostra vita, e quindi è stato veramente incredibile».

«L’ho visto sul lungolago di Lugano» ricorda un terzo amico, la cui testimonianza è stata raccolta da laRegione. «Era appena stato al Cpc di Mendrisio dove lo hanno riempito di medicamenti e una volta fuori nessuno lo seguiva. Ti aiutano solo se cerchi aiuto, ma in quelle condizioni di depressione è difficile chiederlo». Un centinaio le persone presenti oggi, molte delle quali sono molto preoccupate. «Nell’ultimo anno è già il terzo suicidio di un giovane nella nostra comunità e ci sono tante altre persone in difficoltà».

Arash «aveva bisogno di qualcuno per parlare, mentre mandandolo da solo a Cadro, in una camera, si peggiora la situazione. Da quello che abbiamo capito era stata mandato in ospedale, ma la medicina e i farmaci non servono, serviva qualcuno che lo prendesse a carico meglio». C'è chi arriva a prevedere che questo potrebbe non essere l'ultimo gesto estremo.

La Croce Rossa Svizzera, Sezione Sottoceneri, alla quale sono affidati su mandato cantonale i centri di Cadro e Paradiso, ha così risposto alla richiesta di commento della Rsi: «Capiamo la tristezza e la rabbia per quanto accaduto e siamo molto vicini alla famiglia e ai suoi cari. Non vogliamo entrare nel dettaglio della storia di chi non c’è più per rispetto della sua persona e dei suoi famigliari. Allo stesso tempo non vogliamo entrare neanche nel dettaglio delle storie dei suoi amici, che hanno parlato alla radio esprimendo le loro comprensibili forti emozioni, perché teniamo a tutelare le loro vite e le loro storie. Non possiamo che restare addolorati per questo triste evento».

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