Persone in assistenza riqualificheranno gli spazi sfitti, che ospiteranno attività culturali temporanee, in attesa di tornare al business: è il progetto comunale Frequenze
CHIASSO - Riqualificare il Corso che una volta era il fregio del paese. Oggi una strada semideserta di negozi storici e pochi clienti, quelli che restano; gli altri, vetrine spoglie e spente. Su alcune, nei giorni scorsi, sono comparsi dei bollini rossi: i cosiddetti "bolli fluo", grandi e bene in vista, con l'intento di esibire non tanto l'evidenza, ovvero che all'interno attività non c'è, ma che c'è la voglia di farla tornare presto.
Il primo bollino (e due mostre) al civico 5 - E, per il momento, adesione piena o parziale a un'iniziativa del comune che, concentratosi sul declino commerciale delle vie del centro, vuole ora «rafforzare l'economia della città grazie all'utilizzo della cultura». Uno è proprio l'ex bar Mascetti, civico 5, dove oggi è stato presentato Frequenze, «progetto economico e culturale a inclusione sociale», spiega l'ideatrice Elisa Volonterio, che «prevede la cura e la ristrutturazione dei negozi sfitti in cui inserire, nel frattempo, eventi culturali».
L'ultima parola spetta ai proprietari: «Decidiamo assieme a loro» - Nelle scorse settimane sono stati contattati i proprietari della più parte dei locali che via via hanno chiuso, in corso San Gottardo e aree limitrofe. Qualcuno ha detto no, una decina ha accettato di partecipare, a patto di non divenire sede di niente di provvisorio; tre hanno già dato il benestare invece sia a essere riqualificati dal comune, sia a dare uno spazio a mostre, come quella della Biennale dell'immagine "Borderlines" in corso all'ex bar Mascetti, a installazioni teatrali, come "Su l'Umano sentire" in viale Volta 1, oppure focus didattici indirizzati ai bambini, al civico 8, là dove una volta c'era un negozio d'abbigliamento per l'infanzia, oggi "L'Assaggio".
«Non vediamo l'ora che il nostro progetto fallisca» - «E speriamo che se ne vadano presto», scherza ma neppure troppo il vicesindaco Roberta Pantani, sottolineando che «il fine ultimo è far ritornare le attività commerciali, dopo aver reso gli spazi piu interessanti. Frequenze è un mezzo per farli conoscere a chi potrebbe essere interessato a subentrare, non l'obiettivo», dice, senza però lasciarsi prendere da eccessivi entusiasmi. «Il nostro obiettivo? Far fallire il progetto. Ma ho paura che non sarà così».
Per il momento, basta grigiore e tristezza - Resta il fatto che non si poteva andare avanti a lasciarli deperire. Ecco dunque l'escamotage di una fruizione estemporanea e differente: «La cultura e l'arte sono un ottimo elemento di attrazione e valorizzazione di luoghi fino a qualche mese fa un po' tristi», riflette il municipale Davide Dosi. Un'immagine di sé logorata di sé che ritorna a essere fresca e attraente, per chi in un futuro che si spera prossimo voglia riprovare a fare business là dove una volta tutto funzionava.
Per il futuro, nuovi posti di lavoro - Ma non solo. Frequenze «è anche un progetto sociale», spiega Elisa Volonterio, alludendo agli attori che verranno prima di quadri, fotografie d'autore, iniziative teatrali. Cioè chi è finito in assistenza e, su indicazione dell'ufficio Socialità, sarà impiegato nelle attività di recupero degli stabili, nella prospettiva poi di rientrare nel mondo del lavoro come protagonista dei progetti economici che verranno. Si tratta, finora, di cinque persone coinvolte; si spera che possano diventare presto di più. Eppure «saremo davvero contenti quando questo progetto finirà - chiosa il vicesindaco - perché vorrà dire che saranno rinati i negozi».