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CANTONELogopedia, le lezioni le paga il Cantone (per ora)

13.10.23 - 06:30
In Ticino è boom di richieste per le sedute di logopedia. «Stiamo lavorando per garantire delle risposte adeguate».
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Logopedia, le lezioni le paga il Cantone (per ora)
In Ticino è boom di richieste per le sedute di logopedia. «Stiamo lavorando per garantire delle risposte adeguate».

BELLINZONA - «Siamo stati informati con effetto immediato che la logopedia negli studi privati da settembre sarà a carico delle famiglie. È una spesa non indifferente per molte famiglie che hanno già un rincaro, 45 minuti di lezione al bambino ha un prezzo tra i 90-100 franchi». A raccontarlo una mamma ticinese, una delle tante che a settembre si è trovata a fare i conti con le difficoltà di un comparto che arranca da diversi anni. «Noi personalmente - continua - non abbiamo le possibilità di sostenere tale cifra, e purtroppo a rimetterci è il bambino e il suo progresso a scuola».

I disagi, come detto, non sono una novità. Trovare un logopedista disponibile per una valutazione e per avviare un percorso terapeutico sta diventando sempre più difficile. Le motivazioni? «Un forte incremento delle richieste», spiega Mattia Mengoni, capo Sezione pedagogia speciale, interpellato per avere chiarimenti sulla situazione. «Indicativamente stimiamo un aumento, rispetto al 2022, di 100 ore settimanali di intervento. In termini di spesa significa un aumento previsto del 50% rispetto a quanto erogato lo scorso anno. Ci stiamo organizzando per garantire le risposte adeguate».

L'interpellanza del Centro - Nei giorni scorsi, a riguardo, è stata inoltrata anche un’interpellanza al Consiglio di Stato firmata da Maurizio Augustoni insieme a Giorgio Fonio, Giovanni Berardi, Sabrina Gendotti e Fiorenzo Dadò de Il Centro. Nel documento segnalano «diverse segnalazioni in merito al fatto che il budget previsto per le terapie logopediche nel 2023 sarebbe stato esaurito (rispettivamente sorpassato) e che quindi le terapie che non erano state rinnovate ad agosto 2023 non potranno essere autorizzate, rispettivamente rinnovate almeno fino alla fine del 2023». Attraverso nove domande si chiede al Governo di chiarire e sbloccare la situazione.

«Si tratta di un grande malinteso» - «Non c’è una decisione generalizzata di non rimborso delle terapie», mette in chiaro Mengoni. «A settembre sono state sospese le richieste di rinnovo e le nuove prescrizioni. In generale, però, non vi è nessuna intenzione di non riconoscere il finanziamento dei percorsi terapeutici; l'informazione che d’ora in poi le famiglie pagheranno non è dunque corretta. Nei giorni scorsi abbiamo trovato una soluzione e in questi giorni abbiamo riattivato le richieste in sospeso», spiega.

Futuro incerto per i rimborsi - In Ticino, i costi della logopedia per le persone domiciliate e nella fascia d’età 0-20 anni sono presi a carico dalla Sezione della Pedagogia Speciale. «La richiesta di terapia fa seguito all’autorizzazione della valutazione di una/un logopedista che in base ai criteri diagnostici definisce un progetto terapeutico. La valutazione e il progetto vengono valutati dalla nostra Sezione e in seguito autorizzati. I criteri sono quindi di natura diagnostica e terapeutica». Al servizio si può accedere in diversi modi. Nell’ambito pubblico direttamente tramite il servizio di sostegno pedagogico presente nelle scuole o il servizio dell’educazione precoce speciale. In ambito privato, tramite gli ambulatori degli istituti che offrono percorsi di scolarizzazione speciale. Complessivamente, si contano attualmente 45 tra logopedisti e logopediste nel settore pubblico, 14 negli ambulatori degli istituti e 50 in ambito privato.

Un incontro con i logopedisti - Nei giorni scorsi, i professionisti della parola «sono stati informati della situazione e abbiamo spiegato loro che da subito le richieste in sospeso saranno trattate e che prevediamo di fare fronte a buona parte domande di rinnovo per il corrente anno. Quelle nuove saranno invece valutate in funzione delle disponibilità. Per il 2024 dovremo valutare come procedere, senza comunque compromettere la qualità del servizio». Le sedute erogate lo scorso mese saranno dunque rimborsate solo «se sono inserite in un percorso terapeutico già riconosciuto con una garanzia valida e che quindi non dovevano essere rinnovate».

Previsioni per il 2024 - Con il crescente aumento delle richieste saranno individuati nuovi criteri per l’accesso ai rimborsi. «Abbiamo dei preventivi da rispettare e delle importanti prestazioni da erogare. Stiamo valutando con l’associazione di categoria alcuni criteri per capire come fare fronte a questa importante crescita mantenendo la qualità del servizio».

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