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FAIDOCane chiuso in una baracca sotto il sole cocente?

25.08.23 - 06:30
Presunto grave maltrattamento in Leventina. Lo segnala un'associazione animalista. L’avvocato: «Dura raccogliere prove in questi casi».
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Cane chiuso in una baracca sotto il sole cocente?
Presunto grave maltrattamento in Leventina. Lo segnala un'associazione animalista. L’avvocato: «Dura raccogliere prove in questi casi».

FAIDO - Un cane chiuso in una casetta per gli attrezzi senza finestre, al buio. Sotto il sole cocente estivo o al gelo in inverno. Sembra essere il drammatico destino di un Jack Russel di 15 anni di Faido, in Leventina. Il suo padrone lo farebbe uscire solo per una mezz’oretta alla sera. A segnalare il caso è l'Associazione per la tutela e la difesa degli animali.

Possibili precedenti – Diversi gli elementi da chiarire. L’animale piangerebbe giorno e notte. Tra la presunta indifferenza di diversi condomini. Stando ad alcune testimonianze, il proprietario sarebbe recidivo: avrebbe già “lasciato” morire altri cani in queste condizioni. Sostenendo che “le bestie devono vivere così”. Ed è la medesima risposta che avrebbe fornito a chi si è offerto di adottare il cane.  

Le visita della polizia – Recentemente nel giardino del signore sarebbe intervenuta la polizia, allertata da una persona della zona. L’agente, che si è recato sul posto in un tardo pomeriggio, tuttavia non avrebbe riscontrato particolari inadempienze. Avrebbe trovato la cuccia in ordine e anche l’acqua. Il caso nel frattempo è stato segnalato anche all’Ufficio del veterinario cantonale. 

«Maltrattamenti nell’ombra» – Christopher Jackson, avvocato e consulente legale dell’Associazione per la tutela e la difesa degli animali, evidenzia come sia molto complicato fornire prove alle autorità in situazioni del genere. «I maltrattamenti spesso avvengono nell’ombra. Sappiamo che non è possibile scavalcare una proprietà privata per andare a fare video o foto».

«Tante segnalazioni, ma…» – Jackson è a conoscenza del presunto maltrattamento di Faido. Ma si limita a constatare: «A volte l’autorità arriva e il proprietario è fortunato e riesce a cavarsela. È complicato cogliere una persona con le mani nel sacco. La nostra associazione riceve tante segnalazioni, almeno un paio a settimana. Noi poi le inoltriamo agli organi competenti. Il problema però è che, salvo eccezioni, non sappiamo mai come vanno a finire le vicende poiché non siamo parte del procedimento».

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