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LUGANO«Studenti di una scuola di musica? Metà retta la paga il Cantone»

24.05.23 - 12:36
Il punto della situazione sull'iniziativa legislativa "100 giorni per la musica" dopo il successo della raccolta firme
Foto TiPress
«Studenti di una scuola di musica? Metà retta la paga il Cantone»
Il punto della situazione sull'iniziativa legislativa "100 giorni per la musica" dopo il successo della raccolta firme

LUGANO - La musica è «compagnia», «libertà», «felicità», «espressione». Sono i volti e le voci di alcuni studenti del conservatorio a fare da premessa ai molti significati che l'arte musicale riveste per l'uomo. Non tutti però possono accedere a una formazione di qualità per l'impegno economico che questa in alcuni contesti comporta.

E allora succede che nascono iniziative legislative come quella che va sotto il nome di "100 giorni per la musica", lanciata lo scorso gennaio e che ha raccolto (e consegnato lo scorso 2 maggio) tutte le firme necessarie.

Un nuovo punto della situazione è stato fatto questo mercoledì al Conservatorio della Svizzera Italiana. 

Ticino fanalino di coda

«Oggi questo obiettivo preposto dall'articolo 67a della Costituzione federale - ovvero quello che sostiene che le persone devono avere accesso a un percorso formativo di qualità in ambito musicale - è largamente non raggiunto in Ticino: nel raffronto inter-cantonale, infatti, il nostro cantone è il fanalino di coda, mentre gli altri cantoni hanno un investimento pubblico che copre circa il 60% della formazione musicale. Questa percentuale in Ticino è del 20-25%, a dipendenza del comune dove risiede» spiegano i promotori dell'iniziativa.

Ma cosa si chiede, anche in termini strettamente numerici, rispetto alle quote di contributo che dovrebbero alleggerire il peso economico delle famiglie che vogliono iscrivere i loro figli a una scuola di musica?

«La prima parte della proposta legislativa prevede i criteri formali e gli standard di qualità per il riconoscimento delle scuole di musica - specificano - il secondo elemento quantifica i contributi cantonali al 50% dei costi della formazione musicale, che dovrà determinare una riduzione delle rette a carico delle famiglie» ha spiegato il deputato al Gran Consiglio Maurizio Agustoni.

«Ci siamo messi in gioco»

Sul campo - per raccogliere il consenso intorno alla proposta - è scesa anche Elisa Netzer, musicista: «Ci siamo messi in gioco, è stato rincuorante cogliere nella popolazione che questa è un'esigenza sentita. Siamo andati fra la gente, abbiamo suonato, portato i nostri allievi e siamo stati capiti. Da musicista è stato bello vedere la gente manifestare sensibilità per l'argomento».

Matteo Piazza, Presidente della Federazione delle Scuole di Musica Ticinesi (FESMUT), ha detto che «raccogliere le firme è stato semplice dal punto di vista del convincimento a sostenere la nostra iniziativa popolare, difficile per altri aspetti perché noi siamo dei musicisti e non è il nostro mestiere fare referendum. Questo è un primo passo concreto per portare in Ticino l'implementazione dell'articolo 67 per il supporto alla formazione musicale a diretto beneficio delle famiglie». 

Almeno 10'00 segnature in 100 giorni

Quattordicimila e novecentotrentasette firme raccolte (ma 4mila sono state invalidate) raccontano il successo di questo appello al sostegno al mondo della musica.

Che trova anche la sponda politica di Samanta Bourgoin, deputata dei Verdi al Gran Consiglio: «È il momento giusto per rivedere il sistema di valori - ha sottolineato - noi politici abbiamo una missione importante che è anche quella di facilitare la trasmissione di valori. Con la votazione che ci attenderà a seguito di questa iniziativa faremo sentire la nostra "musica" per far si che arrivi a buon fine».

«Ora bisogna trovare queste risorse»

Per la socialista Anna Biscossa, intervenuta all'incontro, «la musica è importante per l'educazione dei giovani. Questa iniziativa vuole consentire un accesso giusto socialmente alle persone. Oggi bisogna trovare le risorse sapendo le difficoltà del Cantone, ma queste risorse vanno trovate. È un investimento dovuto, non è un costo quando si parla di cultura e crescita dei nostri giovani».

Oltre al Cantone Biscossa si aspetta aiuti anche dai comuni: «Bisogna creare un'alleanza istituzionale per riuscire a trovare i fondi, senza dimenticare che a una scuola di qualità dovranno corrispondere delle retribuzioni di qualità».

Il direttore Luca Medici: «Una campagna che si è accesa nell'ultimo tratto».

Per il direttore della Scuola di Musica del Conservatorio della Svizzera Italiana, Luca Medici, «oggi piove ma è una giornata meravigliosa - ha esordito - è stata una campagna che si è accesa nell'ultimo tratto. Spero che questa iniziativa segni uno spartiacque e l'inizio di una nuova stagione di un mondo musicale ancora più coeso e unito».

Philippe Krüttli, presidente dell'Associazione svizzera delle scuole di musica: «Un'iniziativa che genera uguaglianza» - I risultati dell'iniziativa legislativa sono stati commentati in modo entusiastico anche da Philippe Krüttli, presidente dell'Associazione svizzera delle scuole di musica che ha sede a Basilea: «È un'iniziativa che genera uguaglianza per i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti che desiderano iniziare o continuare una formazione musicale a costi finalmente accessibili».

 

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COMMENTI
 

Dex 11 mesi fa su tio
Sono pienamente d’accordo. La musica è molto importante e noi non siamo messi benissimo.

Gus 11 mesi fa su tio
Risposta a Dex
Rossi e Verdi, come sempre, vogliono sottrarre soldi allo Stato per i propri interessi?

PanDan 11 mesi fa su tio
paga il Cantone, e quindi?...
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