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CANTONEAnnullato l’abbattimento del lupo: «Noi allevatori trattati come cittadini di ultima lega»

11.06.22 - 21:29
Dopo lo stop alla soppressione del lupo di Cerentino arrivato dal Governo, i contadini sono più furiosi che mai.
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Annullato l’abbattimento del lupo: «Noi allevatori trattati come cittadini di ultima lega»
Dopo lo stop alla soppressione del lupo di Cerentino arrivato dal Governo, i contadini sono più furiosi che mai.

BELLINZONA - Abbattiamo quel lupo. Anzi no. Risale a ieri il dietrofront del Consiglio di Stato sulla soppressione del lupo di Cerentino, autore della predazione avvenuta il 26 aprile scorso in Val Rovana. La decisione, presa perché i lupi responsabili dei 19 capi di bestiame uccisi sarebbero due invece che uno solo e farebbero parte di un branco, è frutto dell'arrivo dei risultati delle analisi del DNA effettuate dal Centro nazionale di riferimento per i grandi predatori (KORA). Ma i contadini ticinesi non ci stanno.

La definizione di branco - «Nel mese di novembre 2021 si era accennato per la prima volta a un branco transfrontaliero, ma durante le recenti serate sul tema i responsabili dell’Ufficio caccia e pesca non hanno mai né confermato né discusso di questa presenza», scrivono l'Unione Contadini ticinesi e l'Associazione per la Protezione del territorio dai grandi predatori sezione Ticino. Secondo l’allegato 4 della Strategia lupo federale, continuano gli allevatori, per branco si intende inoltre “un gruppo di lupi stabile da almeno 12 mesi", e «essendo il termine di un anno non ancora trascorso, la decisione del Consiglio di Stato di rinunciare ad abbattere il lupo è errata».

«Lentezze sconcertanti e imbarazzanti» - A creare scontento sono anche le tempistiche con le quali sono giunti i risultati dell'esame del DNA, a distanza di sei settimane dalla predazione. «Queste ingiustificabili lentezze delle procedure di analisi dei campioni sono sconcertanti e imbarazzanti», tuonano i contadini, «sembra proprio che queste complicazioni siano state inserite appositamente nella legge e nell’ordinanza per ostacolare una gestione rapida e pragmatica dei lupi problematici».

«Trattati come cittadini di serie B» - «Gli allevatori sono lasciati completamente a sé stessi», viene sottolineato nel comunicato odierno, «come se fossero cittadini di ultima lega!». E non è escluso che alcuni «possano mettere in atto azioni che si scontrano con le leggi in vigore per difendere i propri animali: dai tiri dissuasivi al bracconaggio silenzioso».

Un ciclo che si ripete - «Le predazioni, anche gravi, non cesseranno, mentre la confusione giuridica, le polemiche e la rabbia degli allevatori non potranno che ripetersi», concludono i contadini. «E sarà così fino a quando l’autorità federale non deciderà di operare per una drastica diminuzione dei lupi presenti tramite abbattimenti venatori preventivi». 

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