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CANTONE/SVIZZERA«La Svizzera può mettere pressione a Israele»

05.03.24 - 22:14
Il ticinese Rocco Vitale spiega la lettera aperta inviata dai Giovani Verdi Svizzera a Berna sulla questione palestinese.
Deposit Photos/Rocco Vitale
«La Svizzera può mettere pressione a Israele»
Il ticinese Rocco Vitale spiega la lettera aperta inviata dai Giovani Verdi Svizzera a Berna sulla questione palestinese.
Una questione sentita dai giovani, ma non solo. Sono sempre più gli atti parlamentari e le manifestazioni che chiedono al governo di agire.

BELLINZONA/BERNA - «Auspichiamo che la Svizzera, fedele alla sua tradizione diplomatica, si proponga come mediatrice per contribuire a un cessate al fuoco immediato e duraturo».  È questo l’obiettivo della lettera aperta inoltrata al Consiglio federale martedì mattina dai Giovani Verdi Svizzera per chiedere la pace nella striscia di Gaza. A spiegarlo a Tio/20 Minuti è Rocco Vitale, membro del Comitato del partito. «Non siamo gli unici ad aver esortato il Consiglio federale a fare di più per porre fine alla guerra e all'uccisione indiscriminata di civili - continua - la pressione della piazza è grande, come dimostrano le numerose manifestazioni indette». «Qualcosa a ogni modo si sta muovendo: a Palazzo federale si moltiplicano gli interventi parlamentari che chiedono al governo di intervenire sul piano umanitario, diplomatico e giuridico. Però, ecco, la nostra lettera vuole essere un ulteriore modo per mettere un po’ di pressione».

Sottolinea infatti che dopo l’attentato commesso per opera di Hamas lo scorso 7 ottobre, la Confederazione ha preso posizione in merito condannando le atrocità commesse «ma - prosegue - non ha fatto altrettanto con Israele, condannando e sancendo le chiare violazioni del diritto umanitario». Oltre a ciò vi è anche la questione del diritto internazionale, non rispettato nei territori occupati. 

Quel che più fa arrabbiare i Giovani Verdi Svizzera è che dopo l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina, non si è perso tempo «nello schierarsi immediatamente e inequivocabilmente dalla parte del diritto internazionale, condannando la Russia e applicando sanzioni». Un trattamento completamente differente quello riservato a Israele. «Certo - osserva - gli interessi economici e finanziari sono diversi. Sostenere la causa palestinese non è così interessante da questo punto di vista».

I giovani, tuttavia, si aspettano che la Svizzera sia fedele «alla propria tradizione umanitaria. Il nostro Paese ha un’influenza importante nella regione e potrebbe usare questi legami culturali, diplomatici ed economici per fare pressione su Israele e non seguire ciecamente la narrazione statunitense». Tutto questo mentre sotto i cieli di Gaza continuano a piovere bombe e a morire civili innocenti.

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