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SVIZZERAConsuntivo 2023 migliore del previsto, ma il deficit resta elevato

14.02.24 - 15:15
Per la seconda volta consecutiva supera la soglia ammessa dalla situazione congiunturale.
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Fonte Ats
Consuntivo 2023 migliore del previsto, ma il deficit resta elevato
Per la seconda volta consecutiva supera la soglia ammessa dalla situazione congiunturale.

BERNA - I conti 2023 della Confederazione sono migliori di quanto preventivato, ma fanno comunque registrare deficit importanti: 672 milioni di franchi per quel che concerne il bilancio ordinario, che salgono a 1,43 miliardi se si considerano entrate e uscite straordinarie.In un comunicato nel quale afferma di essere stato informato mercoledì di questi risultati, il Consiglio federale indica che il consuntivo della Confederazione per la seconda volta consecutiva supera la soglia ammessa dalla situazione congiunturale, determinando un deficit di finanziamento strutturale di 350 milioni di franchi. Per il preventivo 2025 sono così state adottate misure correttive.

Entrate e uscite ordinarie - Nel dettaglio, le entrate ordinarie sono state pari a 79,296 miliardi (quelle preventivate erano di 79,789; a titolo di confronto, quelle dal consuntivo 2022 erano di 74,056 miliardi), mentre le uscite sono risultate essere di 79'968 miliardi (preventivo: 80'473; 2022: 77'781).

Ne consegue, come detto, un deficit di 672 milioni, inferiore sia ai 683 milioni preventivati sia, soprattutto, ai 3,724 miliardi del consuntivo 2022. Il deficit di finanziamento ammesso dalla congiuntura ammonterà verosimilmente a circa 320 milioni (le cifre definitive saranno disponibili a marzo). I restanti 350 milioni circa sono di natura strutturale e vengono quindi addebitati al conto di compensazione del freno all'indebitamento (stato provvisorio a fine 2023: 20 miliardi).

Come accennato, le entrate presentano un forte aumento rispetto all'anno precedente. Ciò è da ricondurre all'imposta federale diretta (+3,1 miliardi), all'imposta preventiva (+2,6 miliardi) e all'IVA (+0,6 miliardi). A ciò si aggiungono circa 140 milioni derivati dai premi e gli emolumenti legati alle garanzie concesse a Credit Suisse e UBS.

Sul fronte delle spese, sono aumentate in particolare le cosiddette uscite di riversamento (1,8 miliardi). A essere cresciuti sono in particolare i contributi destinati ai Cantoni e ai comuni (+1,4 miliardi), essenzialmente per via dei maggiori introiti dell'imposta preventiva e di quella federale diretta. L'incremento riguarda pure i contributi alle assicurazioni sociali (+0,5 milioni, segnatamente il contributo federale all'AVS) e gli investimenti (+0,6 miliardi). Nel complesso, sono invece diminuite le uscite proprie (-0,5 miliardi).

Entrate e uscite straordinarie - Dal canto loro, le entrate straordinarie (310 milioni, a preventivo: 1,558 miliardi, 2022: 1,592 miliardi) comprendono essenzialmente i primi ricavi dalla vendita di RUAG International (200 milioni) e i premi di rischio versati da Credit Suisse per i mutui a sostegno della liquidità coperti da una garanzia della Confederazione (61 milioni).

Le uscite straordinarie (pari a 1,1 miliardi, preventivo: 5,700 miliardi, 2002: 3,116 miliardi) sono riconducibili alle somme forfettarie globali versate ai Cantoni per le persone in cerca di protezione provenienti dall'Ucraina. Nel preventivo per questa voce erano iscritti 1,7 miliardi. Il numero di persone con statuto di protezione S è però stato inferiore al previsto. Il preventivo comprendeva inoltre un credito quadro di 4 miliardi per la società Axpo, rimasto inutilizzato.

Le entrate e le uscite straordinarie sono accreditate o addebitate al conto di ammortamento, che a fine 2023 presentava un saldo negativo di 27,2 miliardi (+4,5 miliardi).

Valutazione della situazione politico-finanziaria - Nella seduta odierna, il governo ha effettuato anche una valutazione della situazione politico-finanziaria. Per il 2025 le cifre di bilancio aggiornate indicano un deficit strutturale di oltre 2 miliardi di franchi, ha spiegato la consigliera federale Karin Keller-Sutter in conferenza stampa.

Lo scorso 24 gennaio il governo aveva già preso alcune decisioni concernenti il preventivo 2025. Ora c'è la necessità di trovare altri 350 milioni. Il Consiglio federale ha così deciso una riduzione lineare - dell'1,4% rispetto al piano finanziario 2025-2027 - sulle uscite proprie e di riversamento scarsamente vincolate. Il provvedimento non si applica tuttavia all'esercito.

In futuro potranno essere prese ulteriori misure. Negli anni del piano finanziario 2026 e 2027 i deficit strutturali rimarranno infatti elevati. Per questo motivo l'esecutivo ha incaricato il Dipartimento delle finanze di sottoporgli possibili indirizzi strategici entro fine marzo.

Insomma, gli sforzi fatti finora non sono sufficienti: «La situazione è ulteriormente peggiorata», ha sostenuto Keller-Sutter. Il motivo principale è il forte aumento delle spese, in particolare per l'esercito e per l'AVS.

La ministra delle finanze ha detto che non è intenzione del governo proporre ogni anno dei tagli lineari. «Ma qui si tratta di non far aumentare ulteriormente il debito per rispondere ai disavanzi previsti». L'aumento delle imposte non è praticabile, essendo l'IVA già stata ritoccata verso l'alto.

Inoltre, i due terzi delle spese sono vincolate e non possono essere ridotte senza modificare la legge o la Costituzione. Da qui la necessità di rivedere compiti e le sovvenzioni federali, sostiene la consigliera federale.

Nel frattempo, il governo intende revocare gradualmente il finanziamento straordinario per l'ammissione di persone con lo statuto di protezione S. Nel 2025 parte di queste uscite - 150 milioni - saranno contabilizzate nel budget ordinario. Oltre 1 miliardo sarà invece chiesto a titolo straordinario. La decisione definitiva sarà presa a giugno quando sarà licenziato il preventivo.

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