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Il pubblico ministero chiedeva nei suoi confronti quattordici anni di reclusione.
WALDSHUT (D) - Il Tribunale del distretto di Waldshut (D) ha condannato a 13 anni di prigione un cittadino lettone di 39 anni per l'omicidio intenzionale di un 31enne svizzero ucciso lo scorso giugno mentre era accampato abusivamente sulla riva tedesca del Reno a Jestetten (Germania), al confine con la Svizzera.
Il pubblico ministero chiedeva nei suoi confronti quattordici anni di reclusione. In considerazione della confessione fornita dell'imputato due giorni fa, nell'ultimo dei sette giorni di dibattimento, la difesa si era battuta per una riduzione a undici anni e mezzo.
«Saremmo arrivati alla medesima conclusione anche senza la confessione dell'accusato», ha detto il presidente della corte presentando la sentenza.
Gli indizi nei suoi confronti erano schiaccianti. Tracce del suo DNA sono infatti state trovate sul tronco con cui la vittima è stata colpita alla testa, come pure sui resti di uno spinello abbandonato sul luogo del crimine e sul pene della vittima, trovato con i pantaloni abbassati e a testa in giù con i piedi in acqua.
I fatti risalgono all'8 giugno dello scorso anno. Lo svizzero, residente nel cantone di San Gallo, stava facendo campeggio selvaggio sulle rive del Reno. La scena del crimine si trovava circa 400 metri a valle del ponte che collega Rheinau (ZH) a Jestetten.
Il corpo della vittima è stato ritrovato il giorno successivo. Il lettone è stato arrestato a Lottstetten (Germania), un comune confinante con Jestetten, circa due settimane dopo il delitto. L'uomo, che si trovava nella regione per lavorare come manovale, ha precedenti penali specifici: nel 2005 è infatti stato condannato in Lettonia per omicidio ed è uscito dal carcere nel 2015.
