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SVIZZERAUn prete della diocesi di Coira accusato di tentato stupro

26.11.23 - 23:16
L'uomo è stato denunciato da un cittadino tedesco di 49 anni, che avrebbe subito abusi sessuali anche nel canton San Gallo
Depositphotos (pmmart)
Fonte SonntagsBlick
Un prete della diocesi di Coira accusato di tentato stupro
L'uomo è stato denunciato da un cittadino tedesco di 49 anni, che avrebbe subito abusi sessuali anche nel canton San Gallo

COIRA - Un cittadino tedesco ha denunciato due membri del clero in Svizzera per abuso sessuale e tentato stupro. Oggi 49enne, dichiara di essere stato vittima quando era ancora bambino e anche in età adulta di quattro chierici, di cui due all'interno dei confini elvetici: l'ex vescovo tedesco Walter Mixa e un prete della diocesi di Coira.

Al SontaggsBlick, Josef Henfling ha raccontato che Mixa lo avrebbe stretto a sé e baciato sulla bocca nel corso di una messa mandata in onda alla televisione a Gossau nel canton San Gallo. L'ex vescovo ha risposto alle accuse affermando che «se stringo tra le mie braccia qualcuno e lo bacio è segno che gli voglio bene. Non è una molestia». E aggiungendo che non ha memoria dell'episodio.

Una seconda denuncia è stata invece depositata nel canton Grigioni e i fatti, se appurati, potrebbero avere delle conseguenze penali per la persona accusata in quanto non sono ancora caduti in prescrizione, ossia sono avvenuti meno di 15 anni fa. In questo caso l'accusa è di tentato stupro e l'aggressore sarebbe un prete di Coira. I fatti si sarebbero svolti nel 2012. In quel periodo, Henfling si trovava in Svizzera per lavoro. Anche in questo caso, le accuse sono contestate dal presunto aggressore.

La testimonianza di Henfling
Stando al racconto del cittadino tedesco, che prima di oggi non si era mai esposto pubblicamente, c'erano stati da parte sua dei tentativi di denuncia. Ma afferma che invece di supporto, avrebbe trovato colpevolizzazione e disinteresse. «Mi hanno detto che la falsa testimonianza è penalmente perseguibile». E in un'occasione, un prete della diocesi tedesca di Eichstätt, gli avrebbe promesso di esorcizzare il suo trauma. «Mi ha reso corresponsabile di quanto mi era accaduto. Io, la vittima, ero diventato il mio stesso carnefice».

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