Cerca e trova immobili

SVIZZERA/SPAGNALa moglie tenta di uccidere i figli, il marito finisce in carcere. Otto anni dopo

17.07.23 - 19:45
Il raptus della ex, poi la condanna per maltrattamenti. Ora la raccolta firme dello svizzero trapiantato a Lanzarote per tornare in libertà.
Imago archivio
La moglie tenta di uccidere i figli, il marito finisce in carcere. Otto anni dopo
Il raptus della ex, poi la condanna per maltrattamenti. Ora la raccolta firme dello svizzero trapiantato a Lanzarote per tornare in libertà.

ZURIGO/LAS PALMAS - È una vicenda assai complessa e dai risvolti drammatici quella che riguarda Phillip Imhof, svizzero da tempo trapiantato nella splendida isola di Lanzarote, in Spagna.

L'uomo si trova dietro alle sbarre, per l'esattezza nel carcere di Tahíche, dopo una condanna a due anni e un'altra a 10 mesi per maltrattamenti in famiglia nei confronti dell'ex moglie. I fatti risalgono a quasi dieci anni fa anche se la situazione, all'epoca, era praticamente capovolta.

Nel 2015, infatti, quella che era ancora sua moglie aggredisce i due figli minorenni, tentando di ucciderli. Emergerà in seguito che quanto accaduto era conseguenza di uno dei vari episodi psicotici dei quali da tempo soffriva la donna.

Da allora e fino al 2022, Phillip Imhof vive da solo con i bambini, ottiene la potestà genitoriale e fa loro da unico genitore. Il caso della ex moglie fa notizia e la donna viene condannata per tentato omicidio.

Tuttavia, la vicenda si complica quando quest'ultima denuncia il marito per presunti maltrattamenti avvenuti prima dei fatti del 2015. Sarebbero questi, secondo la donna, ad aver scatenato gli episodi psicotici che l'hanno portata ad aggredire i due bambini.

Parte così l'indagine che porta a un nulla di fatto. Al processo l'uomo viene assolto. «Ero felice perché so di essere innocente. Ma lei, ancora ricoverata per i suoi problemi psichiatrici, ottiene l'annullamento della sentenza», racconta lo svizzero a lancelotdigital.com, prima di finire dietro le sbarre. «Il processo viene ripetuto e condannano me, sulla base del suo racconto, e di un'assistente sociale che conferma le sue parole».

La vicenda rimbalza sui media. Phillip descrive con commozione quella che a suo dire è un'ingiustizia. «I miei figli hanno sempre vissuto con me. Li ho dovuti salutare entrambi e hanno pianto a lungo. Stiamo vivendo una grande ingiustizia. So chi sono e chi mi conosce sa che è impossibile che io abbia fatto del male», prosegue.

Phillip, ha avviato una campagna di raccolta firme sulla piattaforma change.org, ha fatto appello contro la sua carcerazione. L'uomo spera a breve di poter riabbracciare i figli e ritrovare la libertà. Ciononostante, ha accettato di entrare in carcere per evitare complicazioni.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Capra 9 mesi fa su tio
Troppo facile…
NOTIZIE PIÙ LETTE